Una decisione a cui i sindacati stessi hanno reagito con fermezza. Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica, Fials, Fsi-Usae e Nursingup in una nota congiunta hanno infatti spiegato
Redazione – Con la pandemia che sta andando verso il suo tramonto i precari impiegati dall’Asl Napoli 3 Sud saranno mandati a casa.
Una decisione a cui i sindacati stessi hanno reagito con fermezza. Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica, Fials, Fsi-Usae e Nursingup in una nota congiunta hanno infatti spiegato.
Nella nota si legge: “Prendiamo atto della non disponibilità da parte della Direzione Strategica Aziendale alla proroga dei contratti in scadenza dei lavoratori precari. Nonostante le forti pressioni di tutte le organizzazioni sindacali e delle Rsu, non abbiamo riscontrato le condizioni ottimali per il superamento del precariato a livello aziendale”. L’amara constatazione: “Sottoposti a stress e pericoli per la propria salute, esaltati come eroi durante la fase più critica della pandemia e adesso che, per fortuna, si intravede la luce in fondo al tunnel, messi alla porta senza tanti complimenti. Come limoni spremuti che non servono più. Questa è la considerazione che l’Asl Napoli 3 Sud ha dei tanti lavoratori precari, circa un migliaio, che in larghissima parte non saranno stabilizzati”.
“Comunichiamo ai lavoratori – continua la nota – che nonostante le argomentazioni prodotte, in conformità alle circolari regionali (recepite da altre aziende campane) la nostra azienda non ha mostrato una disponibilità verso il lavoro e i lavoratori che hanno consentito a questa Asl di fregiarsi di diversi primati a livello regionale. Nostro malgrado abbiamo preso atto che da parte dell’azienda non ci sono le condizioni per arrivare a una soluzione che avrebbe potuto salvaguardare le esperienze professionali interne, dando seguito alle aspettative di tanti giovani che hanno dato un contributo fondamentale per la lotta alla pandemia”.
Le ragioni dell’Asl non hanno convinto i sindacati: “Questa azienda trincerandosi dietro dati esclusivamente ragionieristici, ha scelto di barricarsi dietro vincoli di legge che, seppur esistenti, non corrispondono alla reale esigenza determinatasi in questa fase, che ha visto l’intero territorio soccombere rispetto alle richieste dell’utenza. Tale scelta è inconcepibile, tenendo conto che quest’azienda non ha pianificato un’efficace programmazione e a tutt’oggi non si ha contezza di come si vuole garantire alla cittadinanza un’assistenza di prossimità, rispetto alla quale, è dietro l’angolo una probabile emergenza”.
Così facendo i sindacati hanno quindi annunciato una mobilitazione: “Le organizzazioni sindacali, totalmente insoddisfatte da tale chiusura, ritengono sia giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti, chiamando alla mobilitazione tutto il personale a tempo determinato, affinché vengano riconosciuti i diritti dei lavoratori precari. Pertanto, si comunica lo stato di agitazione di tutto il personale e ci si riserva di indire assemblee in tutti i luoghi di lavoro per organizzare una forte manifestazione di tutti i lavoratori precari in data e luogo da stabilirsi”.