Bimbo ammazzato a botte, Noemi parlò alle maestre

La piccola non fu capita ed oggi è iniziato il processo davanti alla terza corte di assise

 

 Redazione – Noemi, la sorellina del piccolo Giuseppe ucciso a botte dal patrigno, parlò alle maestre ma elle non la capirono.

La bimba, come ha ripetuto l’avvocato Clara Niola, legale dell’Associazione Akira e di Telefono Azzurro, costituitesi parti civili al processo che ha preso il via a Napoli, davanti alla terza corte di assise, pronunciò queste parole: “Finalmente sono andata via da quella casa … Io l’ho detto alle maestre, ma loro non mi hanno capito”.

Poi ha aggiunto: “Tutti sappiano che noi ci siamo e siamo pronti ad intervenire in loro aiuto. Sul comportamento delle maestre dei bambini c’è una indagine della Procura di Napoli Nord”.

Il fatto accade il 27 gennaio, l’uomo massacrò di botte il piccolo Giuseppe e poi anche con la scopa, ma già da tempo i figli della donna, originaria di Massa Lubrense, erano vittime di maltrattamenti.

L’uomo che è accusato dell’omicidio del piccolo Giuseppe e del tentato omicidio della sorellina, oltre che di maltrattamenti nei confronti dei due bambini e dell’atra figlia della compagna, è difeso dall’avvocato Pietro Rossi.

La madre dei bambini invece è accusata di comportamento omissivo ed anche lei destinataria di una misura cautelare come il compagno.

Il legale di parte civile delle sorelline di Giuseppe, Pierfrancesco Moio, ha detto: “Sono ben sei i capi di imputazione contestati a vario titolo nel processo e tutti molto gravi”.

Ricordiamo che Noemi fu vittima di tentato omicidio e maltrattamenti mentre la sorellina di maltrattamenti.