Bimbo ucciso, patrigno scrive: “Perché trattamento così duro”

Ha messo nero su bianco di suo pugno Tony Essobti Badre, il giovane condannato all’ergastolo il 9 novembre 2020, in quanto ritenuto colpevole dell’omicidio di Giuseppe Dorice, il bimbo ucciso a bastonate nel gennaio 2019 a Cardito

Foto tratta da pupia.tv

Redazione – Il patrigno del bimbo ucciso scrive: “Signor giudice… mi scuso per il tempo che le faccio perdere ma vorrei che lei mi possa aiutare a capire perché ho ricevuto un trattamento così duro. Ho sempre ammesso le mie responsabilità..  ”.

Ha messo nero su bianco di suo pugno Tony Essobti Badre, il giovane condannato all’ergastolo il 9 novembre 2020, in quanto ritenuto colpevole dell’omicidio di Giuseppe Dorice, il bimbo ucciso a bastonate nel gennaio 2019 a Cardito. Condannato anche per il tentato omicidio di una delle due sorelline di Giuseppe e per i maltrattamenti sui fratellini.

La lettera da lui scritta sarà consegnata ai giudici dal suo avvocato Pietro Rossi, e dovrà essere letta in aula, nel processo di secondo grado che prenderà il via il 27 ottobre davanti alla Corte di Assise di Appello di Napoli (seconda sezione).

L’uomo si dice consapevole che le sue scuse “non serviranno a nulla, se non a trovare un po’ di pace”, e come ribadito anche in primo grado, che non era sua intenzione uccidere il bimbo: “…non so cosa è scattato nel mio cervello. È scattato il buio… non volevo la morte di Giuseppe”.

Il suo legale Pietro Rossi sottolinea che “l’imputato ha compreso la gravità delle proprie azioni ma avverte la pena come ingiusta. In effetti la pena dimostra la tendenza punitiva della sentenza che non tiene conto né delle risultanze processuali né della situazione sociale ed umana di un ragazzo che vuole una rieducazione che l’ergastolo non potrà mai dargli”.

A Valentina Casa, la madre dei piccoli è stata inflitta la pena di 6 anni di reclusione perché è stata ritenuta colpevole solo sotto il profilo omissivo. Mentre contro la sua assoluzione dai reati più gravi (omicidio e tentato omicidio), le associazioni Cam Telefono Azzurro e Akira, che sono rappresentate dall’avvocato Clara Niola, hanno proposto appello insieme con la Procura e gli avvocati di Essobty e Valentina.

Intanto nel processo di secondo grado che si terrà tra poche ore le sorelline di Giuseppe  saranno rappresentate dall’avvocato Pierfrancesco Moio.