Caso della tenda Capri Watch, Consiglio di Stato accoglie ricorso

È stato presentato da Silvio Staiano, legale rappresentante di Capri Watch, rappresentato e difeso dagli avvocati Giuseppe Ceceri e Giancarlo Mariniello, accogliendo il ricorso di primo grado ed annullando l’ordinanza del Comune di Capri dichiarandola illegittima

Redazione – Il Consiglio di Stato accoglie ricorso sul caso della tenda di Capri Watch.

È stato presentato da Silvio Staiano, legale rappresentante di Capri Watch, rappresentato e difeso dagli avvocati Giuseppe Ceceri e Giancarlo Mariniello, accogliendo il ricorso di primo grado ed annullando l’ordinanza del Comune di Capri dichiarandola illegittima.

E condanna il Comune a risarcire alla società titolare del marchio Capri Watch i danni conseguenti alla adozione dell’ordinanza annullata, che prevedeva la distruzione della Tenda, ed al pagamento effettivo e agli interessi rivalutati anno per anno, da settembre 2017 ed al pagamento delle spese del doppio grado del giudizio.

Il caso della tenda tagliata, distrutta e rimossa in via Camerelle, dove all’esterno della gioielleria boutique di Capri Watch, gli operai del Comune alla presenza del capo dell’ufficio tecnico diedero esecuzione ad un’ordinanza dell’allora sindaco, della passata amministrazione, ritenendo che il colore della tenda non fosse conforme al regolamento comunale.

L’accaduto fece enorme scalpore per la crudezza e singolarità del caso che non aveva avuto precedenti ed indusse Silvio Staiano, patron di Capri Whatch, a denunziare il Comune, l’architetto a capo dell’ufficio, dando vita così ad un contenzioso giunto sino al Consiglio di Stato che con la sua sentenza ha messo la parola fine.

Smisurata è stata la soddisfazione di Staiano: “Sono lieto che i Giudici amministrativi abbiano duramente sanzionato la condotta dei responsabili del comune di Capri visto che il ‘parallelo’ processo penale, per mera fortuna degli indagati, non aveva accertato le gravissime responsabilità che erano, sin dal principio, sotto gli occhi di tutti poiché documentate da formale denuncia con prove, foto e video, schiaccianti. Ritengo che questa sentenza diventi la pietra tombale da riporre, per sempre, sulla precedente amministrazione comunale”.