Caso riaperto sul marittimo morto sulla Bianca Amoretti

Il gip riapre il caso sospetto avvenuto ad aprile 2016 mentre la nave era in rada a Malamocco

 

                                                                        Foto tratta da ilmattino.it

 

Sant’Agnello – Il gip riapre il caso sul marittimo morto sulla Bianca Amoretti il 24 aprile 2016, fu trovato morto nella stiva con una profonda ferita alla gola.

Il cadavere di Giosuè Sorrentino fu trovato in quella tragica domenica mattina da due suoi colleghi di lavoro, che subito avvertirono il comandante che a sua volta allertò la capitaneria di porto di Venezia.

Fin da subito su quella morte calò un alone di mistero, la nave ‘tanker’ che era in rada a Malamocco fu portata a Porto Marghera, qui salirono a bordo gli uomini della squadra mobile della questura, oltre che la capitaneria di porto, in funzione di supporto.

Agli occhi degli investigatori subito saltò la profonda ferita alla gola ben visibile sul cadavere. Una ferita definita “significativa”.

Il caso fu archiviato come suicidio, ma a tre anni di distanza da quella tragica domenica, i familiari non credono al suicidio, ma si trattò di un brutale omicidio.

La battaglia che stano conducendo i familiari di Giosuè Sorrentino, coadiuvati dagli avvocati Antonio Cirillo e Angela Luigia Ruggiero, ha spinto il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Venezia, Luca Marini, a trasmettere gli atti nuovamente alla Procura lagunare per effettuare ulteriori accertamenti.

Ora la procura della città lagunare avrà altri tre mesi di tempo per far valutare a dei periti tutti i rilievi tecnici sollevati dai legali dei familiari di Sorrentino, per un caso che si tinge sempre più di giallo.