Si è spento all’età di 82 anni ed è stato decano tra i giornalisti di Napoli
Redazione – Se n’è andato Carlo Franco, maestro di giornalismo.
Si è spento all’età di 82 anni ed è stato decano tra i giornalisti di Napoli, infatti è stato cronista di lunga militanza e autore di grandi inchieste per il Mattino, la Rai, la Repubblica ed il Corriere del Mezzogiorno.
Iniziò la carriera di giornalista a 27 anni, stando sempre in prima linea seguendo i grandi eventi, soprattutto quel disastroso terremoto di 40 anni, quando distrusse una vasta zona tra Irpinia, salernitano, napoletano e della Basilicata. È restato celebre il suo titolo prima pagina del Mattino: “Fate presto”, un reportage che portava la sua firma, appunto su lterremoto, ma nei suoi articoli non si è occupato solo dei fatti di cronaca, ma anche di sport (sulle pagine de il Mattino lo scudetto del Napoli), politica, cultura, storie della vita vera.
Sulle pagine di Facebook, giornalisti e fotoreporter, scrivono così: “Se ne va un grande collega e amico. Era una bella persona”, mentre il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, e Carlo Verna, presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, scrivono: “Ciao Carlo un grandissimo abbraccio il tuo sorriso e la tua vis polemica già ci mancano. Con te perdiamo un pezzo di storia del giornalismo campano”.
Un napoletano che amava molto Massa Lubrense, ed è questo il ricordo del sindaco Lorenzo Balduccelli postato sulla sua pagina di Facebook: “È volato via un massese innamorato in modo viscerale di Massa. Carlo Franco non è più tra noi. Anche se napoletano di nascita, Carlo voleva essere massese, era un suo desiderio. Voleva esserlo per essere alla pari di Gigino Zarrella, Peppe e Stefano di Sabbatiello, suoi grandi amici, insieme a quel manipolo di persone che condividevano con lui i fine settimana e le lunghe vacanze estive vicino al bar di Osvaldo. Per tanti era la grande firma dei giornali napoletani, per tutti noi un amico con cui condividere una partita a tressette e con il quale non si parlava mai di lavoro. Carlo non è più con noi. Ci mancheranno il suo attento spirito critico, animato dalla voglia di far decollare Massa Lubrense verso l’olimpo delle grandi mete turistiche internazionali. Ci mancheranno i suoi consigli, il suo cogliere da un piccolo episodio il senso profondo dell’animo massese. Ciao Carlo, un saluto pieno di affetto a nome mio e dei massesi tutti”.
Anche il giornalista Antonino Siniscalchi lo ricorda così dalla sua pagina dello stesso social: “La prima domanda che mi sono posto, nell’apprendere la triste notizia, è legata alla sua affettuosa militanza massese. Chissà se Peppe ‘e Sabatiello (il compianto Giuseppe Ruocco) gli avrà fatto un “pernacchio” al suo arrivo lassù. Si, perchè, l’aneddoto è storia e memoria, raccontato dalla viva voce dei protagonisti sulla civettuola terrazza del bar Di Sarno. Negli anni settanta, Carlo Franco lavorava alla Rai di Napoli. Ogni mattina si collegava con il Giornale Radio per il notiziario. L’attacco del collegamento recitava secco: “Da Napoli Carlo Franco”. Peppe ‘e Sabatiello, come ogni mattina, in macchina andava a Napoli per consegnare la produzione giornaliera del caseificio di famiglia, a via Mulini a Massa Lubrense. Puntualmente, ascoltando “Da Napoli Carlo Franco”, si lasciava andare al…pernacchio. Prassi consolidata e saputa. nel corso di un collegamento, dopo il saluto “Da Napoli Carlo Franco”, Carlo immaginando il commento ironico di Peppe, sbottò in una risata e non fu facile tornare serio per continuare il notiziario. Sergio Zavoli, direttore del Giornale Radio all’epoca, dopo la conclusione del notiziario, lo chiamò al telefono per capire il motivo della risata. Non fu facile raccontare le motivazioni, ma il fatto suscitò un sorriso anche al Grande Direttore.
La notizia mi addolora. Sì, perché nei miei primi rudimenti di scrittura giornalistica, Carlo fu molto parco di consigli ed insegnamenti. Li ricordo con nitida attenzione. Come ricordo una pagina del Mattino nel periodo della “tangentopoli sorrentina”, con tre articoli firmati da Carlo Franco, Ciro Paglia e… Antonino Siniscalchi. La riunione per concordare i pezzi da scrivere su una panchina del “pennino”, in piazza Vescovado.
Potrei raccontarne tante, Carlo Franco, in occasione dei grandi fatti della costiera, mi ha sempre considerato il punto di riferimento per approfondimenti e non solo. Mi rimane l’ultima telefonata dello scorso mese di luglio. “Appena vengo a Massa Ti chiamo, dobbiamo vederci, dobbiamo fare una cosa insieme…”. Quella telefonata, purtroppo, non ha avuto seguito. Ciao, Carlo, grazie di tutto. Soprattutto per avermi insegnato ad analizzare la notizia con “cinica” osservazione dei fatti!.”
Non ha fatto mancare il suo cordoglio anche il sindaco di Napoli e della Città Metropolitana, Luigi De Magistris: “Carlo Franco, che è scomparso oggi, ha raccontato Napoli, le sue bellezze, le sue ferite.
Ha narrato in modo mirabile decenni di cronaca , di politica, di sport. E’ stato un grande giornalista e la città lo ricorda – mio tramite – con grande affetto. Alla sua famiglia, al mondo del giornalismo e dello sport giunga il nostro cordoglio”.
Per quel posso, il mio ricordo è quello di una persona che lo ha visto spesse volte passeggiare e parlare per Piano di Sorrento, anche accompagnato da sua moglie, ora in qualche strada principale, ma soprattutto, sulla terrazza di via Ripa di Cassano, dove spesso si intratteneva con qualche amico.
In tanti piangono la sua volta al cielo, dove anche lì, pensiamo, che possa mettere nero su bianco.
GiSpa