Il comandante Schettino ha fiducia nella Corte europea

Otto anni fa il disastro della Costa Concordia che si schiantò sugli scogli dell’Isola del Giglio

 

 Redazione – Sono passati otto anni dal disastro della Costa Concordia che si schiantò sugli scogli dell’Isola del Giglio, ed oggi l’ex comandante Francesco Schettino spera nella Corte europea.

Detenuto nel carcere di Rebibbia, dopo quello che accadde quella sera del 13 gennaio 2012, quando alle ore 21.45.07 impattò contro il gruppo di scogli noti come le Scole, e la nave da crociera della compagnia di navigazione Costa Crociere, si rovesciò su un fianco per un vistoso squarcio nella carena di oltre 70 metri, facendo 32 vittime, non ha perso l’ultimo barlume di speranza nel ricorso mandato alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Come annunciò il suo avvocato.

Doveva essere un “inchino”, una manovra che all’epoca molte navi da crociera effettuavano, con cui ci si avvicina molto alla costa, ma finì per diventare una tragedia. Fu chiaro che si trattò di un errore umano dando vita ad uno dei più tragici incidenti marittimi dei nostri tempi. Secondo le prime testimonianze di quel giorno e le registrazioni delle comunicazioni tra il comandante e Gregorio De Falco, Capo della Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Livorno, era apparso evidente da subito che il capitano Schettino avesse abbandonato la nave. Negli anni successivi vi furono varie udienze processuali e nei suoi confronti fu emessa la sentenza di condanna a 16 anni di reclusione. Lui subito si costituì al carcere romano di Rebibbia appena saputo della sentenza.

Ma chissà se la colpa la si debba imputare solo a lui, che fino ad oggi sta pagando.

Ora gli è rimasta questa ultima speranza.