I cori delle processioni echeggiano nelle strade vuote (video)

Nei giorni del Giovedì Santo e del Venerdì Santo il Covid-19 non  ferma le tradizioni della costiera sorrentina

 

Costiera sorrentina – Nei giorni del Giovedì Santo e del Venerdì Santo il Covid-19 non  ferma le tradizioni della costiera sorrentina, i cori delle processioni echeggiano nelle strade vuote.

Si era verso la fine del mese di febbraio e si stavano per far uscire dagli armadi tutti i simboli della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo, che vengono portati nelle strade in questi giorni che precedono la Pasqua. Ma dopo poco tempo ecco che irrompe nelle strade un nemico invisibile che ferma tutto e falcidia migliaia di persone.

Tutto si ferma, ma ecco che non si ferma chi fino ad un anno fa organizzava le processioni con tanta passione ed amore, quello che hanno postato virtualmente sui social, facendo restare impressa nella mente quegli incappucciati che passando nelle strade cittadine, portando i martiri, le insegne delle viarie arciconfraternite e confraternite, facevano restare attoniti ed in silenzio.

Quei cori degli incappucciati che cantavano gli Inni di Passione ed il Miserere, e cantano anche nelle ‘morte’ strade dove nessuno più frequenta.

In queste sere si possono udire dai balconi, sia in lontananza che in vicinanza, l’echeggiare di questi inni che nonostante il restare chiusi in casa, nessuno non tira indietro l’orecchio per ascoltarli.

Una terra che da secoli ha visto sempre in questi santi giorni transitare per le proprie strade gli incappucciati. Le radici di queste Processioni sono antichissime e si fanno risalire probabilmente al 1500. In quei tempi era tradizione delle Confraternite visitare la sera del Giovedì Santo le Chiese ed i monasteri cittadini dove erano allestiti i Sepolcri. Il corteo era molto semplice: alcuni confratelli in borghese percorrevano le strade delle città con lumi accesi, cantando salmi e recando una croce spoglia tra due lance.

Solo probabilmente verso il diciottesimo secolo, sotto il dominio del vicereame Spagnolo e per influsso dei padri Gesuiti, allora assai numerosi nel Regno di Napoli, si iniziò ad organizzare le processioni nel modo in cui si vedono oggi.

Si arricchirono le sfilate con corpi illuminanti, quali fiaccole o lampioni, con i simboli delle Confraternite, stendardo e pannetto, e si inserirono i famosi “Misteri” o “Martiri“, cioè i simboli delle offese materiali subite da Cristo nella Sua ascesa al Golgota. I cortei sono, poi, chiusi dai cantori del Miserere che in un’atmosfera di commozione unica fanno riecheggiare le parole del salmista Davide.

Esso rappresenta il popolo nella sua contrizione che invoca la clemenza Divina per il crimine commesso nei confronti del Suo Unigenito Figlio.

E proprio il canto del Miserere echeggia nelle strade deserte a ricordarci che le processioni non finiranno mai, ma ritorneranno a solcare le strade delle nostre cittadine.

Video ed audio su: https://www.facebook.com/giuseppe.spasiano.10/videos/3188358941182592/

https://www.facebook.com/giuseppe.spasiano.10/videos/3188358941182592/

 

GiSpa