Coronavirus: in Lombardia e Veneto 50 contagiati, 2 morti. Un caso sospetto in Umbria

Sono stabili le condizioni del ‘paziente 1’, il 38enne positivo al Coronavirus ricoverato all’ospedale Civico di Codogno (Lodi) . Catalfo: ‘Cig per i lavoratori delle aziende nell’area interessata dai contagi’

Persone davanti all’ospedale di Padova – ANSA/NICOLA FOSSELLA

(Fonte ansa.it)

E’ salito a 39 il numero di contagiati da Coronavirus in Lombardia e 11 in Veneto: lo ha spiegato in conferenza stampa il presidente della Regione Attilio Fontana, sottolineando che si sono “tutti verificati” nella stessa area a sud di Lodi. Le vittime del coronavirus ad ora sono due.

C’è un caso sospetto in Umbria. La persona è ora in isolamento e, secondo la Regione “presenta sintomi respiratori e avrebbe avuto contatti in tempi recenti con un soggetto che appare abbia contratto l’infezione da coronavirus in Lombardia”. La Regione precisa che le organizzazione sanitarie regionali si sono attivate per “ospedalizzare la persona con i sintomi e mettere in sicurezza tutti i contatti, al fine di annullare il rischio della collettività”.

“Da ieri, insieme all’Inps, stiamo monitorando gli sviluppi della situazione” sul Coronavirus “e studiando le contromisure da adottare per i lavoratori delle aziende situate nell’area interessata dall’ordinanza del Ministero della Salute d’intesa con la Regione Lombardia”. Lo dice il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. “Una – spiega – l’abbiamo già individuata ed è quella di concedere loro la Cassa integrazione ordinaria (Cigo): trattandosi di un evento imprevedibile, qual è questo, non c’è bisogno di una norma ad hoc”. L’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, facendo il punto sulla situazione del coronavirus in Lombardia ha escluso ‘casi a Milano’.

Seconda vittima italiana del Coronavirus: si tratta di una donna anziana residente a Casalpusterlengo, secondo quanto si apprende da fonti qualificate della cittadina del Lodigiano. Secondo quanto si apprende, la signora, ultrasettantenne, era debilitata da una polmonite e sarebbe stata in attesa dei risultati degli esami a cui era stata sottoposta.

La prima vittima è stata Adriano Trevisan, di 78 anni, è deceduto all’ospedale di Padova, dove era ricoverato insieme con un’altra persona positiva al virus. Ex titolare di una piccola impresa edile, Trevisan aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vo’ Euganeo, di dove sono originari. L’uomo, ricoverato già da una decina di giorni per precedenti patologie, è morto all’ospedale di Schiavonia (Padova). “Non c’è stato neppure il tempo per poterlo trasferire”, ha detto il governatore Zaia.

Stabili le condizioni del ‘paziente 1’, il 38enne positivo al virus ricoverato a Codogno. Già 200 test negativi all’ospedale di Schiaìvonia (Padova), dove è deceduto il primo paziente.

Sono 12 i casi di Coronavirus registrati finora in Veneto; uno di essi era il 78enne deceduto ieri a Schiavonia. Lo si apprende dalla Regione. Degli altri 11 contagiati, solo uno è al di fuori del comune di Vo’ Euganeo: il 67enne di Mira (Venezia) portato la notte scorsa dall’ospedale di Dolo a Padova, in rianimazione. I restanti 9, tra cui “altri sette casi registrati oggi” ha spiegato il governatore Luca Zaia, fanno riferimento tutti a residenti del comune di Vo’.

Inoltre sono ventinove i pazienti risultati positivi ai test e che risiedono in Lombardia. Tra questi, due contagiati nel Pavese: si tratta di due medici di Pieve Porto Morone (Pavia), un comune della Bassa vicino alla provincia di Lodi. Dalla notte scorsa sono ricoverati al reparto di Malattie Infettive del San Matteo. La notizia è stata riferita all’ANSA da fonti qualificate. I due medici, marito e moglie, sono stati riscontrati positivi al primo controllo. Il marito opera come medico di base a Pieve Porto Morone (Pavia) e Chignolo Po (Pavia). La moglie è una pediatra che lavora nella zona di Codogno (Lodi).

L’APPELLO DELL’ORDINE DEI MEDICI. “I medici che sono venuti in contatto con i casi di nuovo coronavirus nelle aree dei focolai in Lombardia e Veneto devono essere messi in quarantena obbligatoria”. Lo afferma all’ANSA il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che lancia anche un appello: “La quarantena dei medici, in quegli ospedali o negli studi interessati, potrebbe creare dei problemi di assistenza. Per questo, lancio un appello a tutti i colleghi: mettetevi a disposizione, dove possibile, per sopperire alle eventuali carenze”.

IL BOLLETTINO DELLO SPALLANZANI – “L’uomo cinese, ricoverato assieme alla moglie allo Spallanzani, si è negativizzato ed è in buone condizioni di salute”. Lo ha detto l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, in una conferenza stampa allo Spallanzani. Inoltre il ricercatore italiano ricoverato allo Spallanzani sarà “dimesso in giornata”, ha detto ancora D’Amato. Il giovane, caso confermato di COVID-19, era risultato persistentemente negativo ai test per il Coronavirus. “Non bisogna farsi prendere dall’allarmismo. Il modello messo in atto dalla Regione Lazio è efficace“, ha detto Giuseppe Ippolito direttore scientifico dello Spallanzani di Roma.

Sono stati valutati, ad oggi, allo Spallanzani 77 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Sono i dati dell’ultimo bollettino medico da cui emerge un aumento degli accessi rispetto ai 68 registrati ieri. Di questi, 63, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Quattordici pazienti sono tutt’ora ricoverati: tre sono i casi confermati di COVID – 19 (la coppia cinese ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola che verrà dimesso oggi). Nove sono i casi sottoposti al test che risulta tutt’ora in corso. Due sono i casi che rimangono ricoverati per altri motivi.

LA RACCOMANDAZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE – Nell’ambito delle attività messe in campo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, “la collaborazione dei cittadini è fondamentale”. Lo sottolinea la Protezione civile, invitando “pertanto la popolazione a recarsi nelle strutture sanitarie e ad utilizzare i numeri di emergenza solo se strettamente necessario”.

IN 450 CHIUSI ALL’OSPEDALE DI SCHIAVONIA – Sarebbero 450 in tutto le persone chiuse da ieri pomeriggio all’interno dell’ospedale di Schiavonia (Padova) a causa dell’allarme da coronavirus. Di questi, 300 sono pazienti e 150 i dipendenti della struttura. Per tutti è prevista l’effettuazione del tampone per accertare l’eventuale contagio. L’ospedale di Schiavonia ha complessivamente 300 posti letto e 600 dipendenti. Anche il personale che non si trovava ieri nei reparti sarà sottoposto ai test.

LA POLITICA – “Il mio pensiero e il cordoglio di tutto il governo vanno alle due vittime e alle loro famiglie”, ha scritto su Facebook il premier Giuseppe Conte. “Siamo al lavoro senza sosta per reagire con la massima compattezza a questa emergenza“. “Fra poco sarò nuovamente al Comitato operativo della Protezione civile per un aggiornamento sull’emergenza Coronavirus e per valutare nuove misure straordinarie“.

Fonte ansa.it