Costiera sorrentina, alberghi low cost è allarme: «Turisti dirottati su Grecia e Spagna»

I segnali che arrivano dai tour operator esteri sono tutt’altro che confortanti

Di Antonino Pane (Fonte ilmattino.it)

Il turismo non decolla. I segnali che arrivano dai tour operator esteri sono tutt’altro che confortanti. «L’Italia è discriminata sul piano della sicurezza ma anche sui costi»: Paolo Durante, agente di viaggio di lungo corso, analizza giorno per giorno la situazione dal suo ufficio di Sorrento. Tiene sotto controllo i flussi turistici stranieri diretti non solo in penisola sorrentina ma anche in molte località campane e siciliane. «Purtroppo – dice – non siamo vantaggiosi. Il Covid ha generato una situazione di disagio economico in tutti i Paesi e i flussi che si cominciano a muovere puntano su destinazioni più economiche come, ad esempio, Spagna, Grecia e Croazia». Oggi i nostri tradizionali attrattori, da soli, non bastano più. «Gli esempi sono tantissimi – aggiunge Durante – basta guardare i dati. Siamo sempre andati fortissimo con il cosiddetto tour culturale: Firenze, Roma, Sorrento. Sette giorni con i gruppi organizzati che univano tappe culturali e paesaggi. Ebbene, con le regole di oggi, una guida ogni dieci persone, ingressi scaglionati eccetera, ci vogliono due settimane per lo stesso tour. Il risultato? Tutto cancellato. Ora stiamo provando a proporre tour solo cittadini, giro di Firenze, di Roma, della penisola sorrentina con Pompei: ma non appassiona più di tanto. Forse piacerà agli americani quando torneranno. Gli altri, gli inglesi e i tedeschi in particolare modo, non amano questi tour superficiali».
E poi c’è una questione prezzi. Cruciale. «I nostri alberghi offrono servizi straordinari e non sono grandissimi – dice Durante – questo significa che non possono abbassare i prezzi più di tanto. Scendere non conviene a nessuno, perché abbassare i prezzi è facile, tirarli su, in futuro, diventerebbe difficilissimo. La qualità costa, in altri Paesi si bada molto meno a servizi di qualità». E i turisti si spostano lì. «Purtroppo – spiega Roberto Amuro, albergatore e operatore turistico – senza stranieri la nostra economia è ferma. Gli alberghi stanno aprendo per assumere il personale, a fine stagione i conti saranno in rosso. I bonus turismo sono un palliativo, la penisola sorrentina ha un numero di posti letto altissimo per pensare di sopperire con gli italiani. I grandi flussi non si mettono in movimento, qualche albergo riesce a riempire il 20% dei posti letto solo nei fine settimana». Sorrento, Capri, Ischia, Positano, Amalfi, Ravello. Possibile che le nostre perle attraggano meno? «No, assolutamente. Purtroppo per il 2020 siamo molto in ritardo e le difficoltà di uscita dal Regno Unito hanno ulteriormente aggravato le cose. I colleghi inglesi, con cui siamo in contatto ogni giorno, sono disperati, vorrebbero una ripresa immediata. Ci sono molti che hanno contratti in essere con alberghi pieni per vuoto, dovrebbero pagare camere che non riescono a riempire. Uso il condizionale perché i rapporti con queste agenzie si sono consolidati negli anni e certamente alla fine si arriverà a chiusura dei contratti sugli effettivi fatturati».
Un 2020 tutto da dimenticare e puntare con decisione sul 2021. «È quello che stiamo facendo – aggiunge Amuro – e proprio sui nuovi contratti riscontiamo la solita forte attrazione delle nostre località. Inghilterra, Scozia, Irlanda ma anche Francia e Germania guardano al Bel Paese con immutata passione. I tour operator lo dicono a chiare lettere: se ci sarà da tagliare, certamente non lo faremo con la penisola sorrentina». La ripartenza è targata 2021, dunque. «Quest’anno bisognerà badare solo a non rimetterci moltissimo. Poi, se tutto andrà come speriamo, possiamo rimetterci in carreggiata già dalla prossima primavera». Soffre la la penisola sorrentina, la Campania, ma anche altre mete gettonatissime sono in sofferenza. «Sono appena tornata da Venezia – spiega Rita Palomba, esperta anche di turismo congressuale – e devo dire che la situazione è deprimente. Durante il giorno qualcuno in giro di vede, la sera si resta da soli. Per il turismo congressuale qualcosa si comincia a muovere, arrivano richieste di informazioni e questo già è un buon segno».

Fonte ilmattino.it