Covid, il cardinale Sepe in terapia con ossigeno. I medici: «Doveva essere ricoverato prima»

Sono discrete e stabili le condizioni cliniche e dal pomeriggio di venerdì scorso è ricoverato al Cotugno, nell’unità di degenza ordinaria di Malattia infettive diretta da Rodolfo Punzi

di Ettore Mautone (Fonte ilmattino.it)

Sono discrete e stabili le condizioni cliniche del cardinale Crescenzio Sepe che dal pomeriggio di venerdì scorso è ricoverato al Cotugno, nell’unità di degenza ordinaria di Malattia infettive diretta da Rodolfo Punzi. La diagnosi di ingresso in ospedale è polmonite interstiziale bilaterale causata da Sars-Cov-2.

Sepe ha una modesta assistenza di ossigeno con maschera di Venturi, ma non è in sub intensiva e non ha certo bisogno di una rianimazione. È tuttavia sotto stretta osservazione per l’età, le comorbilità (la concomitante presenza di altre patologie o fattori di rischio come soprappeso, leggera iperglicemia). Ieri mattina ha fatto colazione in stanza, dopo aver trascorso la notte serenamente e la saturazione di ossigeno si è normalizzata salendo da 94 a 97 con un battito cardiaco di 78 pulsazioni al minuto.

Sepe, 77 anni, è risultato positivo al virus il 13 gennaio scorso. La scoperta dell’infezione è avvenuta a seguito di un tampone molecolare effettuato attraverso uno screening. I primi giorni di isolamento domiciliare sono trascorsi in maniera asintomatica con una leggera astenia. Dalla metà di questa settimana è comparsa la febbre, la tipica perdita di gusto e olfatto e anche un modesto calo della saturazione di ossigeno. Da qui l’allerta medico di venerdì mattina con la visita del suo medico di famiglia giunto in Curia. Il dottore ha constatato la situazione e si è messo direttamente in comunicazione con i medici del Cotugno che hanno suggerito prudenzialmente di attivare il 118. Alle 15 di venerdì, dunque, è avvenuto il contatto con la centrale operativa. Dopo il triage telefonico il segretario del cardinale, appurata la volontà di Sepe di accettare il trasporto in ospedale, ha chiesto un’ora di tempo per consentire al porporato di prepararsi. L’ambulanza medicalizzata della postazione aeroporto è giunta in largo Donnaregina intorno alle 16. La dottoressa Alessandra Tedesco, medico del team, ha visitato nuovamente il cardinale. La saturazione di ossigeno non è risultata perfetta. Ancora più bassi i valori della suora che lo aveva assistito in Curia, anche lei positiva al virus.
Il cardinale ha prima benedetto l’equipaggio del 118 dopodiché è scattato il trasferimento in ambulanza al Cotugno. Non è stata utilizzata la lettiga ma una sedia a rotelle consigliata dal medico curante, vista la capacità deambulatoria di Sepe. La stessa modalità è stata scelta per il trasferimento della suora. In pronto soccorso l’unità di accettazione e urgenze infettivologiche del Cotugno, guidata da Nicola Maturo, ha sottoposto Sepe e la suora ad esami clinici obiettivi, ematologici e strumentali. Alla Tac per entrambi è emerso il tipico quadro a vetro smerigliato, indice di una polmonite interstiziale bilaterale. 

«Il ricovero è avvenuto soprattutto per inquadrare la situazione clinica ed effettuare accertamenti diagnostici che non è possibile fare fuori dalla struttura ospedaliera – si legge in una nota diffusa ieri dalla Curia – siamo molto fiduciosi sul decorso e sulla degenza tanto che si spera che il cardinale possa essere dimesso in tempi rapidi». Una speranza condivisa dai sanitari del Cotugno che comunque suggeriscono prudenza, vista l’imprevedibilità dell’infezione da Coronavirus. «In questi casi – ha dichiarato il primario del pronto soccorso del Cotugno Nicola Maturo – quando ci sono i sintomi di insufficienza respiratoria e la saturazione di ossigeno scende a valori inferiori a 95 bisogna ricorrere subito al ricovero per sbarrare il passo alla progressione della malattia». La degenza di Sepe, se tutto proseguirà per il meglio, dovrebbe durare altri 4 o 5 giorni. La sua agenda, in questo lasso di tempo, dovrà essere completamente azzerata. Oltre all’annullamento della messa di ringraziamento fissata per oggi, a conclusione del suo mandato pastorale, potrebbe essere a rischio anche il passaggio del testimone e la cerimonia ufficiale di insediamento del suo successore, don Mimmo Battaglia, in programma il 2 febbraio, nel giorno della festa celebrata dalla Chiesa cattolica per ricordare la presentazione al Tempio di Gesù.

di Ettore Mautone (Fonte ilmattino.it)