Datteri sequestrati nei ristoranti e risto-pescherie

Prosegue incessante l’attività di indagine sul territorio della Guardia Costiera

 

 Prosegue incessante l’attività di indagine sul territorio della Guardia Costiera finalizzata a perseguire e reprimere l’illecita commercializzazione e detenzione delle vongole di Rovigliano e dei datteri di mare, attività posta in essere dai componenti di una vera e propria organizzazione dedita al fenomeno criminis della pesca di frodo ed il commercio della specie protetta dattero di mare – Litophaga – litophaga

Nella serata di ieri i militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Napoli, hanno passato a setaccio ristoranti e risto-pescherie dei comuni vesuviani, San Marzano Sul Sarno, Poggiomarino, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, Boscoreale, Boscotrecase, etc. al fine di tutelare la salute dei consumatori e verificare il rispetto delle norme in materia di tracciabilità e rintracciabilità del prodotto ittico, focalizzando l’attenzione circa la commercializzazione delle vongole locali di Rovigliano che recenti analisi hanno accertate contaminate da inquinanti di origine fecale oltre che ben più grave da contaminanti di matrice chimica come metalli pesanti, metalli non normati, idrocarburi, piombo, zinco etc. e dei datteri di mare, prezioso mollusco bivalve della specie protetta Lithophaga – lithophaga, la cui pesca e consumo sono vietati da norme comunitarie e nazionali, in quanto per poterli raccogliere comporta la frantumazione a martellate della roccia con conseguente devastazione delle coste ed alterazione dell’ecosistema marino.

I militari hanno controllato diversi ristoranti e risto-pescherie e sono stati impegnati fino a tarda notte; sono stati rinvenuti illeciti di natura penale ed amministrativa sanzionando i titolari o gestori per diverse migliaia di euro, potendo riscontrare violazioni per tracciabilità e rintracciabilità del prodotto e in alcuni dei casi hanno riscontrato la mancanza dei previsti documenti di acquisto; violazioni per la corretta tenuta del manuale di autocontrollo igienico sanitario Haccp e ben più grave all’ispezione in sala si è accertato che alcuni ristoratori servivano “cruditè di frutti di mare e pesce” tra le cui prelibatezze rinvenuti anche i datteri di mare che venivano serviti al tavolo dei consumatori.

In particolare in un noto e rinomato ristorante tra Poggiomarino e San Giuseppe Vesuviano i militari potevano accertare la consumazione del prezioso mollusco che stava per essere mangiato crudo; da anni i militari della Guardia Costiera stabiese combattono il fenomeno criminale della raccolta di frodo del dattero di mare e puntando sul “vezzo” social l’hanno spuntata raccogliendo utili elementi investigativi. Infatti proprio l’elaborazione di questi dati ha consentito d’individuare sul territorio ristoratori “compiacenti” che sempre più hanno servito il prezioso mollusco proponendolo al tavolo come accertato in queste ore.

I controlli hanno potuto accertare che è proprio l’entroterra vesuviano terreno fertile dove componenti dell’organizzazione attraverso una rete capillare di distribuzione fanno arrivare sia le vongole veraci di Rovigliano, pericolose per la salute dei consumatori in quanto contaminate da inquinanti fecali e chimici, che il prezioso mollusco dattero di mare il cui “cruditè” come accertato arriva ad essere pagato anche ben oltre i 120 euro.

I controlli continueranno anche nei prossimi giorni dove i militari dopo aver identificato centinaia di consumatori del prezioso mollusco provenienti anche da fuori regione, si apprestano a passare a setaccio tutte quelle attività ristorative, tra cui molte anche rinomate e recensite da “gourmet” nonché titolate e consigliate da riviste di settore enogastronomiche e le sorprese non tarderanno ad arrivare.

E, nel mentre i militari erano nell’entroterra vesuviano, contemporanea attività di polizia giudiziaria condotta a mare ed a terra poteva accertare che “squadre di predoni del mare” organizzate tra loro, come di consueto uscivano nella tarda sera, dal porto stabiese – Banchina Fontana Acqua della Madonna, dirigendo nei tratti di costa della penisola sorrentina, dove perpetravano lo scempio ambientale per evidentemente rifornire i prossimi “ristoratori” di turno; indagini in corso ed elementi info-investigativi acquisiti in queste ore, sono al vaglio documentale degli investigatori della Guardia Costiera e dell’Autorità Giudiziaria di Torre Annunziata per ulteriori sviluppi d’indagine che culmineranno nel perseguire penalmente soggetti attenzionati, pluripregiudicati, anche grazie all’ausilio di sofisticate attrezzature d’intelligence come i droni di ultima generazione, dotati di fotocamera termica capace di rilevare la presenza umana anche al buio ed in assenza totale di luce.

“Si mira a colpire la domanda per far calare la richiesta così da poter mandare in “stallo” l’organizzazione dedita a tali traffici che in questi mesi è stata provata da diverse sequestri di prodotto (ben oltre una tonnellata), oltre che di attrezzature e risorse strumentali, colpendo così il patrimonio economico tanto da costringere i “sodali” a dedicarsi ad altre attività illecite per racimolare proventi e risorse, come quella della raccolta di frodo delle vongole veraci di Rovigliano raccolte nello specchio d’acqua prospiciente la foce del fiume Sarno, tratto di mare altamente inquinato e contaminato dove è vietata ogni tipo di attività di pesca di molluschi bivalvi, crostacei e prodotti ittici in genere, ancorchè tratto di mare per tali fatti non censito, annoverato e catalogato dalla Regione Campania per tali attività, motivo per il quale questo comando non rilascerà autorizzazioni per la pesca subacquea professionale prevista dal Decreto 1 giungo 1987 n. 249” sono state le parole del comandante della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, capitano di fregata Ivan Savarese.