Franco Zeffirelli è morto, il maestro del cinema italiano col cuore a Positano

All’età di 96 anni, nella sua casa di Roma, sull’Appia Antica

 

Addio a Franco Zeffirelli. Il grande regista fiorentino, all’anagrafe Gian Franco Corsi Zeffirelli, è morto stamani, all’età di 96 anni, nella sua casa di Roma, sull’Appia Antica, assistito dai figli adottivi Pippo e Luciano, da un medico e dal parroco della chiesa di San Tarcisio che ha benedetto la salma. Circa una settimana fa, secondo quanto si apprende dalla famiglia, aveva ricevuto l’estrema unzione. “Si è spento serenamente – riferiscono i familiari – dopo una lunga malattia, peggiorata negli ultimi mesi”. Il maestro Zeffirelli, dopo i funerali di cui stabilire ancora luogo e data, riposerà nel cimitero monumentale delle Porte Sante di Firenze.

Amò la Costiera Amalfitana e Positano presso cui, dagli anni Cinquanta, si rifugiava. Nel buen retiro delle Tre Ville era solito ospitare i più grandi artisti e personaggi del jet set internazionale. E’ stato proclamato cittadino onorario di Positano. E’ morto nel giorno di San Vito, patrono della città.

Scenografo, costumista, pittore, ma soprattutto uno dei nostri più grandi registi, tra cinema, prosa e opera lirica, amatissimo a livello internazionale. Ma anche ironico, polemico, passionale. Profondamente fiorentino e al tempo stesso internazionale. Zeffirelli una volta si è definito “un bravo ragazzo con la fortuna di avere molti talenti” e “solo idee geniali”. “Mi reputo fortunato – raccontava -. Ho avuto molti momenti importanti nella mia carriera. Ho conosciuto e collaborato con i grandi nel mondo della musica classica, dell’opera, del teatro, del cinema. Regalandoci e regalando al nostro pubblico momenti memorabili”.

L’elenco è lungo: da Luchino Visconti, il suo di maestro (“mi ha insegnato e forgiato al mestiere”) a Maria Callas (“la diva per eccellenza, l’artista più straordinaria e più completa”), “da Domingo a Pavarotti, dalla Taylor e Burton a Lawrence Olivier, Mel Gibson, Glen Close, Judy Dench, Maggie Smith e così via”. E poi “i grandi direttori d’orchestra: Serafin, Von Karajan, Bernstein, Kleiber”.

La lirica da una parte e il cinema dall’altra, con una grande passione per i classici, portati sul grande schermo come nei casi di “Romeo e Giulietta” (1968), “La bisbetica domata” (1967), “Amleto” (1990) e “Jane Eyre” (1996). E poi la religione, con la storia di San Francesco in “Fratello sole, sorella luna” (1972), e soprattutto lo sceneggiato televisivo “Gesù di Nazareth” (1977), un vero kolossal internazionale che ha fatto storia.

La sua carriera, lunga 70 anni, ora è raccolta a Firenze, al Centro internazionale per le arti dello spettacolo Franco Zeffirelli, che accoglie disegni, bozzetti, copioni, sceneggiature, libretti d’opera, foto, filmati. Un archivio per il quale, “ho lottato tanto perché” non si disperdesse: “Ora mi sento più tranquillo e mi auguro che il pubblico lo apprezzi”, disse in occasione del suo 95esimo compleanno.

Fonte il vescovado.it