Si parla della gita che Ciro Ferrigno ed un gruppo di persone fecero sulle nevi del Laceno, una zona di montagna bellissima, presso Bagnoli Irpino

(Fonte Ciro Ferrigno – 50 Anni di gite)
Domenica 29 gennaio 1995 andammo in gita sulle nevi del Laceno, una zona di montagna bellissima, presso Bagnoli Irpino, frequentata anche in estate per la frescura e il magnifico lago, dalle acque chiare. Nel pullman, fin dal mattino, Teresa si era data da fare per tenere puliti e ordinati i suoi bimbi, Antonino e Marinella, usando tovaglioli di carta e salviette profumate pronte all’uso. I ragazzini dovevano avere la bocca e le mani pulite, se necessario disinfettate, eppure la pandemia da Covid 19 era di là da venire. Ognuno di noi, si sa, ha le sue piccole manie e quel giorno Teresa era come ossessionata dall’igiene e dalla pulizia, forse presagiva qualcosa.
Nel pomeriggio, prima di iniziare il viaggio di ritorno, ci fermammo in visita alla bellissima Basilica di San Francesco a Folloni, che sorge poco fuori dal centro di Montella, sulla statale per Avellino. Visitammo la chiesa monumentale che, pare, ricordi il passaggio del Santo di Assisi in questo luogo, dove avrebbe creato una piccola comunità di frati. Poco distante dalla chiesa c’era una rinomata rivendita di formaggi locali, dove facemmo acquisti.

In quel luogo solitario, dove si era fermato il pullman, c’era un barbone, un poveretto sporco e lurido, che chiedeva la carità con quell’insistenza che talvolta provoca irritazione e fastidio. Andava avanti e indietro, da una persona all’altra, questuando e raccogliendo monetine; era un individuo al quale mancavano le classiche rotelle, portatore di diversi disagi o handicap, che dir si voglia. Quando cominciai a dire ad alta voce al gruppo di salire, per iniziare il viaggio di ritorno, anche lui salì nel pullman e, dopo un po’ di indecisione scelse di andare a sedersi accanto a Teresa! La poveretta rimase interdetta, senza muoversi, né parlare, né respirare, io non sapevo se ridere o piangere, fino a quando l’autista lo prese per un braccio e lo tirò fuori dal mezzo, in modo risoluto, ma senza violenza, trattandosi di un povero Cristo.
Fu allora che Teresa cambiò posto, perché non le sarebbero bastati tutti i tovaglioli e i disinfettanti che ancora aveva in borsa; tutti del gruppo non sapevamo se ridere o piangere, ma poi giunse una solenne risata liberatoria per tutti.