Quella che si è svolta davanti alla costa della Norvegia non ha che vedere con il conflitto Russia-Ucraina, è stato detto più ed ha visto impegnati 30 mila soldati, 200 aerei e 50 navi
Redazione – La Nato ha effettuato un’imponente esercitazione nel mare Artico.
Quella che si è svolta davanti alla costa della Norvegia non ha che vedere con il conflitto Russia-Ucraina, è stato detto più volte ed ha visto impegnati 30 mila soldati, 200 aerei e 50 navi. Queste esercitazioni, dette ‘Cold Response’, hanno cadenza biennale e sono già pianificate per tempo.
Non si vedeva uno spiegamento di forza dagli anni ’80, un banco di prova dell’interoperabilità degli assetti dell’Alleanza Atlantica e dei paesi partner anche in ambienti estremi, tipici dell’inverno norvegese. L’Italia ha partecipato con l’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi, come partner all’esercitazione capeggiata dalla Norvegia dal suo comando operativo interforze, il Norwegian Joint Headquarters di Bodo.
La Garibaldi è salpata dal porto di Narvik, in Norvegia, il 12 marzo, ha assunto un ruolo centrale nell’esercitazione in quanto nave di bandiera del Comandante della Task Force anfibia multinazionale (Commander Amphibious Task Force – Catf) con il contrammiraglio Valentino Rinaldi. A bordo ospita il comandante della Forza da sbarco (Commander Landing Force – Clf) statunitense, ruolo ricoperto dal Generale di Brigata del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, Anthony M. Henderson, comandante del 2° Marine Expeditionary Brigade. A bordo era presente anche del personale dell’Esercito Italiano e dell’Aeronautica Militare. Il Garibaldi prende parte in sinergia con assetti di diverse Forze Armate straniere, mettendo in evidenza l’addestramento svolto sia dagli uomini che dalle donne. A questa esercitazione interforze hanno preso parte anche parte degli Alpini del 3° Reggimento di Pinerolo, che a terra simulano la forza opponente.
GiSpa