La balena interrata nella terra di Sant’Antonino

La sua salma è stata interrata nella mattina del 25 gennaio e tra un anno la musealizzazione

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Foto di Luigi D’Alise tratta dal diario di Antonino Siniscalchi

 

Sorrento – La balenottera è stata sepolta nella terra di Sant’Antonino.

La sua salma è stata interrata nella mattina del 25 gennaio dopo che è stata trasportata con un enorme tir e tra un anno ci sarà la musealizzazione.

Non è stato facile trasportare la Balenoptera physalus, nome scientifico della Balenottera comune ritrovata morta il 14 gennaio scorso, a venti metri di profondità, nel porto di Marina Piccola, da Sorrento fino a Napoli, per poi essere immessa nel Cantiere Nautico “Compagnia Cantieri Napoletani” dove è stata effettuata l’autopsia e le indagini del caso.

Uno dei cetacei più grandi mai visti nel Mediterraneo, come è stato appurato dalla misura: 19,77 di lunghezza, che il destino ha voluto che dapprima morisse nel mare di Sorrento e poi che fosse sepolta nella terra di Sant’Antonino.

Infatti si racconta che circa 1400 anni fa mentre i pescatori erano al largo della costa intenti al loro lavoro, i bambini giocavano chi sulla sabbia a fare i castelli di sabbia, chi era nuotava e gareggiava con gli amici. All’improvviso nei pressi delle tonnare apparve un pesce enorme (forse una balena), che avanzò minaccioso verso i bagnanti e divorò uno dei bambini. Alle grida dei compagni, accorsero remando velocemente i pescatori della zona ma inutilmente. Intanto la notizia si sparse in paese ed ai pianti disperati della mamma del bambino rispose Sant’Antonino, allora umile abate del monastero di Sant’Agrippino, che scese sulla spiaggia ed ordinò al ‘mostro’ di restituire il bambino. Il pesce lo vomitò sulla sabbia sano e salvo. Tutti festeggiarono e da allora tutti ebbero una devozione particolare per Sant’Antonino.

Questo è il racconto, poi nella basilica che porta il suo nome, è conservato l’osso che il Santo tolse dall’animale.

Il sindaco Massimo Coppola ringrazia “Terna per avere subito accolto la nostra richiesta. Così come esprimo la gratitudine dell’amministrazione comunale per l’impegno di Capitaneria di Porto, Dipartimento Prevenzione Servizio Veterinario dell’Asl Napoli 3 Sud, Asl Napoli 1 Centro, Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno, Cetaceans strandings Emergency Response Team, Area marina protetta di Punta Campanella, Stazione zoologica Anton Dohrn, Arpac e Marevivo. Senza dimenticare il lavoro del nostro assessorato all’Ambiente, degli Uffici tecnici e di Penisolaverde che hanno seguito, 24 ore su 24, tutte le varie fasi di questa triste vicenda, coordinando il lavoro dei vari enti e di tutte le istituzioni coinvolte”.

Il primo cittadino conferma che “la volontà è quella di trasformare la balena, che ci piace immaginare abbia scelto Sorrento come destinazione per il suo ultimo viaggio, in un simbolo che testimoni il legame della nostra terra con il mare. L’idea è quella di esporre lo scheletro proprio a Marina Piccola, opportunamente montato su una struttura che ne preservi l’integrità e ne sottolinei il valore scientifico, nell’ambito di un progetto di musealizzazione. Ovviamente siamo aperti ad ogni eventuale progetto, che miri in ogni caso a celebrare, in chiave ambientale e didattica, la risorsa marina”.

Dal canto suo la ditta Terna fa sapere che “ha deciso di prendere parte all’iniziativa del Comune di Sorrento mettendo a disposizione un’area adiacente alla stazione elettrica terminale del cavo sottomarino che collega l’isola di Capri. La scelta dell’azienda conferma la proficua collaborazione con l’amministrazione comunale e la volontà di continuare ad operare in linea con la propria strategia orientata alla sostenibilità, ed in particolare in un clima di attenzione e sostegno a un territorio strategico per il sistema elettrico nazionale”

GiSpa