La cappella di Sant’Anna a Carotto e la storia del concepimento della Madonna

Ciro Ferrigno ce lo narra ne ‘Il racconto de lunedì’

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Foto tratta dal diario di Facebook di Ciro Ferrigno

Gioacchino era considerato sterile e pertanto veniva deriso e disprezzato; erano vent’anni dacché aveva sposato Anna, ma la casa non era stata allietata dalla prole. Un giorno, nel tempio, un uomo di nome Ruben gli impedì di sacrificare, proprio perché non aveva dato figli a Israele. Il dolore fu tale che il santo uomo si ritirò nel deserto, per vivere tra i pastori. Mentre si trovava lontano dalla sposa, un angelo apparve ad Anna e le annunziò che presto avrebbe concepito un figlio, lo stesso apparve in sogno a Gioacchino e gli disse che non c’erano più motivi per soffrire e stare lontano dalla sua amata. L’uomo fece subito ritorno a Gerusalemme e presso la Porta Aurea vide Anna che gli veniva incontro, l’abbracciò e la baciò teneramente e, secondo la leggenda, nel momento stesso di quel bacio, ci fu l’immacolato concepimento della Vergine Maria.

Anna è una santa molto amata dal popolo, proprio per essere la madre della Madonna e la nonna di Gesù, una figura dolcissima, come può essere una madre o una nonna ed invocata al momento del parto, come già nei mesi della gravidanza e, principalmente, quando questa si presenta difficile. Nella devozione popolare Sant’Anna occupa un posto di primo piano proprio perché la sua protezione è invocata nel momento più delicato ed importante nella vita di una donna, quello di mettere al mondo una nuova vita. La Sua è presenza rassicurante, porta conforto, ispira confidenza e completo affidamento. Sant’Anna è invocata contro la sterilità coniugale e nei parti difficili, è protettrice delle nonne, delle madri e delle partorienti. Il suo culto è molto diffuso sia in Occidente che in Oriente. Per la sua vita operosa ed instancabile, nel Nord della Francia è invocata per la raccolta del fieno, ovunque è considerata la patrona di tornitori, carpentieri, falegnami, ebanisti, minatori, bottai e orefici, dei tessitori, dei fabbricanti di scope, dei commercianti di biancheria e dei sarti.

Fino a circa mezzo secolo fa c’era a Piano la cappella di Sant’Anna, nella Traversa 1 San Michele; era la chiesetta gentilizia dei Cafiero, famiglia che ha dato pure un sindaco a Piano, l’Avv. Raffaele, primo cittadino dal 1952 al ‘64. Oggi al suo posto c’è Giusy Hair Designer, parrucchiere per signore.

Lello Iacono mi racconta che la cappella aveva un portone in legno e all’interno, sull’altare, un grande quadro con l’immagine della titolare. Sulle due pareti laterali ce n’erano due con i Sacri Cuori di Gesù e Maria. La chiesetta aveva un pavimento di antiche maioliche e su di un lato un palchetto, dove sedevano i Cafiero, durante le celebrazioni. Sui lati c’erano finte colonne ed in fondo un piccolo vano assimilabile ad una grotta, che fungeva da sacrestia. Il fabbricato con la cappella furono venduti allorquando la famiglia ebbe un grave dissesto finanziario, pur avendo festeggiato il raggiungimento del miliardo di lire, allora cifra favolosa e da capogiro.

La chiesetta era particolarmente cara al popolo carottese dedito per vocazione alla produzione ed al commercio, che si ritrovava nei suoi molteplici patronati. Ancora oggi Sant’Anna è amata e venerata in paese e ne è prova chiara e lampante che dinanzi alla bella statua della Santa che si trova in San Michele, non manca mai un piccolo bouquet di fiori freschi.

Per le fotografie ringrazio Ferdinando Guida