La mostra Edgardo Curcio “Echi della Secessione viennese a Napoli” a Sorrento

Sarà visitabile dal 25 marzo al 28 maggio a Villa Fiorentino

La mostra Edgardo Curcio. Echi della Secessione viennese a Napoli, promossa e organizzata dalla Fondazione Sorrento e dall’Istituto di Cultura “Torquato Tasso”, con il patrocinio del Comune di Sorrento, dell’Università degli Studi Federico II di Napoli e del Dipartimento di Studi Umanistici dello stesso Ateneo, oltre che con il sostegno della Direzione regionale Musei della Campania e realizzata nella splendida cornice di Villa Fiorentino a Sorrento, vuole celebrare, con le sue sessanta opere esposte, un artista importante del nostro Novecento trascurato e dimenticato dalla critica.

Con il 2023 ricorre il centenario della morte di Edgardo Curcio, nato a Napoli nel 1881 e scomparso prematuramente nel 1923 a Torre del Greco per una banale caduta da una scala.

L’esposizione a Villa Fiorentino si articola in sei sezioni:

la prima consente di capire l’ambiente artistico dei primi decenni del secolo, a partire dal ruolo di maestro di Giuseppe Boschettoe della sua Scuola libera che accolse alcuni degli artisti napoletani protagonisti dei movimenti giovanilistici dell’epoca, tra i quali proprio il Curcio. In questa sezione incontriamo Eugenio Viti, Giuseppe Aprea, Edoardo Pansini, Saverio Gatto, Gennaro Villani e Roberto Scognamiglio.

La seconda sezione raccoglie alcuni dei capolavori di Curcio che sinteticamente ne delineano l’intero percorso.

Altre quattro sezioni seguono uno schema cronologico, focalizzando l’attenzione sui suoi temi prediletti: i paesaggi, le nature morte, ma soprattutto la figura femminile e le scene di convegni familiari, dove è ancora la donna protagonista, una donna borghese, elegante senza ostentazione, connotata con molta precisione dal punto di vista sociologico, ma, molto spesso privata della sua identità, trasformata in un’icona astratta. Tutto questo all’insegna di una ricerca coloristica molto sofisticata, che risentiva tanto del Postimpressionismo quanto delle Secessioni mitteleuropee, in contrapposizione con il colorismo della tradizione napoletana.