La sintesi di un momento storico: un antico proverbio

Esso recita: “Meta pe’ lussià, Caruotto pe’ penzà, Sant’Aniello pe’ arrubbà”. Se lo analizziamo riusciamo a coglierne il senso e cosa nasconde e ne parla Ciro Ferrigno ne ‘il  racconto del lunedì’

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Un antico proverbio recita: “Meta pe’ lussià, Caruotto pe’ penzà, Sant’Aniello pe’ arrubbà”. Se lo analizziamo riusciamo a coglierne il senso e cosa nasconde.

“Meta pe’ lussià”, ovvero incline al lusso, dipende niente altro che dalla disponibilità di danaro che porta, conseguentemente a poter spendere e quindi acquistare prodotti se non di lusso, almeno di buona qualità. La disponibilità finanziaria dipendeva dal lavoro degli uomini che a Meta, erano, nella stragrande maggioranza, marittimi e quindi ben pagati. Uomini con la vocazione per il mare, disposti ad immensi sacrifici, mesi e mesi lontani dalla famiglia, dal paese, ma benestanti. La disponibilità finanziaria è visibile nelle dimore, in particolare quelle settecentesche, con un piccolo giardino con fiori e rampicanti, alberi da frutta, il pozzo maiolicato, stanze ampie ed ariose con mobilio di prima scelta. L’assenza degli uomini, lontani per lavoro, portava le donne a chiudersi in casa, a socializzare poco. Ma la disponibilità di danaro si traduceva anche in un abbigliamento di lusso e in gioielli, dono dei mariti al ritorno dai viaggi in giro per il mondo, quindi avorio, ambra, corallo, lapislazzulo e pietre esotiche, spesso preziose. Le mogli ricevevano dai mariti quei gioielli che sfoggiavano in occasione di cerimonie e feste familiari. Destinataria di doni preziosi è stata da sempre la Madonna del Lauro che ha finito per accumulare tanti oggetti preziosi, oggi conosciuti come “I tesori della Madonna del Lauro”, recentemente in mostra.

“Caruotto pe’ penzà” dove il pensare richiama la capacità di programmare un qualcosa. Fare progetti e attuarli è alla base dell’attività commerciale alla quale mostra particolare attitudine il popolo di Piano. Il commercio è pianificazione, disponibilità di danaro liquido e finanziamenti, mercati per l’acquisto di materie prime e altri per commercializzare i prodotti finiti. La cantieristica, l’industria della seta, il commercio dei frutti della terra sono stati nei secoli quelle attività che Piano ha ideato e realizzato. Non bisogna tacere di quegli intellettuali che si sono distinti in altri campi, come il filosofo Mariano Maresca, i dottori Domenico Cota, Mario d’Esposito e Gustavo Iacono, uomini della levatura di Michele Massa, Gaetano Amalfi, Salvo Mastellone, ecc. tutte stelle che brillano nel firmamento del pensiero e del sapere.

Infine “Sant’Aniello pe’ arrubbà” ha un senso dispregiativo frutto di un lungo periodo di tensioni e diverbi tra Carotto e Sant’Agnello, allorquando, nella prima metà dell’Ottocento quest’ultimo presentò istanza per ergersi in Comune autonomo. La municipalità di Piano si oppose fermamente alla richiesta, facendo leva, per quasi mezzo secolo, su un fatto reale: la mancanza di confini ben definiti tra Piano e l’eventuale nuovo Comune. Si susseguirono varie ipotesi per identificare delle spartizioni ed ogni volta a Piano sembravano tentativi di furto, in quanto avrebbero sottratto terreni, borgate e strade, marine e rilievi collinari, indissolubilmente legati alla sua storia. Un’altra spiegazione potrebbe essere quella di considerare i santanellesi particolarmente bravi nel compiere furti e rapine? Ma questo non è assolutamente vero, anzi, sono persone disponibili e generose.

Un proverbio è la sintesi di un momento storico e ne riflette gli umori, il comune sentire, l’ansia, le preoccupazioni e quella necessità di emettere sentenze, in modo più o meno serio. Poi, il tempo che passa, allontana sempre di più certi modi di dire che tutt’al più fanno sorridere, ridere o meditare.