Sotto le unghie della turista stuprata il dna di due imputati

È stato rilevato anche sul reggiseno e sulla schiena della vittima

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Redazione – Il dna di due dei presunti stupratori è stato rilevato sotto le unghie della turista stuprata ma anche sul reggiseno e sulla schiena della vittima.

Delle tracce biologiche che secondo la polizia scientifica possono essere lasciate solo attraverso un ‘contatto deciso’, e su questo aspetto che si è acceso il dibattito nell’udienza che si è svolta il 21 febbraio al Tribunale di Torre Annunziata.

Qui è stata ascoltata la testimonianza della biologa della polizia scientifica che effettuò all’epoca le analisi sulle lenzuola, asciugamani, magliette, uno slip da uomo e tutto quello che poteva ritenersi utile ai fini dell’inchiesta di quanto accadde quella sera dell’ottobre del 2016.

Per analizzare i reperti, addirittura, è stato necessario l’utilizzo della luce ‘forense’, un sistema di ultima generazione per scovare le ‘macchie’ e gli indizi che altrimenti potrebbero sfuggire a una visione ‘superficiale’. Ma la biologa analizzò anche gli indumenti ed i tamponi che la polizia inglese raccolse sulla vittima inviandoli agli investigatori napoletani, e da qui gli esami hanno rivelato la presenza del dna del barman sulla schiena della turista e sui ganci di chiusura esterni del suo reggiseno ed il dna di uno degli latri ‘stupratori’. Ma la difesa rigetta ciò perché questa non è una prova della presunta violenza, ma il ritrovamento del dna del barista dimostrerebbe solo uno scambio di effusioni, come già è emerso nell’interrogatorio di garanzia, in poche parole non si è avuto un rapporto sessuale. In definitiva non c’è traccia della droga “né nelle conversazioni telefoniche, nell’albergo  e né nelle intercettazioni”.

Poi saranno ascoltate altre testimonianze e nel mese di marzo gli imputati racconteranno la loro versione dei fatti.