Legambiente, spiagge libere: non chiudere ma valorizzare

Ne sollecita l’apertura perché sono beni comuni

ORTICALAB: libera, pungente e benefica
Foto tratta da orticalab.it

 

Redazione – La Legambiente Campania sollecita l’apertura delle spiagge libere perché sono dei beni comuni da valorizzare e non chiudere.

Qualche amministratore di qualche comune le vuole fare diventare off-limits, su questo la presidente di Legamabiente Campania, Mariateresa Imperato, e contraria: “Le spiagge libere sono beni comuni preziosi e vanno valorizzate e gestite, non chiuse. Le ordinanze sindacali sulla “non gestione” delle spiagge libere sono le più stravaganti”.

Non è possibile che “si chiudono alcuni tratti di spiaggia libera senza spiegazioni nel breve o lungo periodo, vengono affidati ai privati per permettere di attrezzare lo stesso numero di ombrelloni dello scorso anno nel rispetto delle distanze, tutto questo con ordinanze ad hoc e senza piani di gestione necessari come viene definito nell’ordinanza regionale”.

Le spiagge libere campane sono solo un quarto rispetto a quelle occupate: “Partendo da un dato campano che nel 2019 ha visto complessivamente una stima in cui le concessioni superano il 67% di occupazione delle spiagge campane. Ciò significa che solo il 33% del litorale è “free”. Oggi, dopo 2 mesi di lockdown, con una crisi economica e sociale, la chiusura delle spiagge libere, già limitate, è una scelta assurda, una vera resa, una dichiarazione esplicita dell’incapacità del pubblico di gestire il bene comune”.

La presidente di Legambiente Campania afferma sulle ordinanze: “Sono atti che provocano una gravissima disparità di diritti fra la popolazione accentuando il divario sociale tra chi potrà permettersi di pagare per l’accesso al mare e chi no”.

Perciò: “Riteniamo, invece, che questa situazione possa diventare una straordinaria occasione proprio per ristabilire la naturale connessione fra le amministrazioni locali e i cittadini nella gestione del bene comune. È questo il momento perché i Comuni per garantire a tutti il vero diritto alla salute che significa anche fruizione libera della natura e della socialità valorizzino tutti i luoghi “negati” del proprio territorio troppo spesso dimenticati e abbandonati a una fruizione anarchica o aperti solo per pulizie estemporanee”.