Linea dura verso la pesca di frodo

Vertice tra inquirenti e investigatori che hanno preso questa decisione anche dopo che sono state pescate forse tonnellate di vongole

 

Redazione – È stata presa la decisione la linea dura contro la pesca di frodo della durante il vertice tra inquirenti e investigatori.

Una decisione scaturita anche da fatto dopo che sono state “pescate” forse tonnellate di vongole

nei pressi dello scoglio di Rovigliano o alla foce del Sarno, due zone di mare tra le più inquinate d’Europa, poi sono state “vendute” alle pescherie di Napoli e provincia in barba a tutte le regole sanitarie.

Questo è l’ultimo affare che i pescatori di frodo hanno messo in commercio, dopo quello dei datteri di mare che vanno a “catturare” nelle rocce della costiera sorrentina, un bussines che fa guadagnare bene, ma anche questa “pesca” di vongole è finita nel mirino della capitaneria di Porto stabiese e della Procura oplontina. Si ipotizza l’attentato alla salute pubblica e la concorrenza sleale.

Intanto giovedì c’è stato un vertice tra inquirenti ed investigatori, alla fine è scaturita la decisione unanime di una linea dura contro la pesca di frodo.

Sotto la lente di ingrandimento ci sono anche quei pescatori di frodo che devastano le coste della penisola sorrentina per “pescare” illecitamente i datteri di mare da rivendere a prezzi che raggiungono spesso i 150 euro al chilo.

Il fatto dell’affare delle vongole è un qualcosa per sviare quello che i datterai mettono in pratica, senza che nessuno intervenga, dalla zona di mare che va da Vico Equense fino a Massa Lubrense, nell’Area marina protetta Punta Campanella. Questo specialmente per disorientare le forze dell’ordine che indagano sul traffico di molluschi che da Castellammare e dalla penisola sorrentina raggiunge persino il confine con la Francia.

GiSpa