Luigi Celentano: prigioniero o morto, secondo il padre

Nella trasmissione di ‘Chi l’ha visto?’ il genitore ha detto che lo ha cercato in tutta Italia e la madre dice che il ragazzo ruppe la scheda del cellulare

 

 L'immagine può contenere: sMSMeta – E’ vivo ed è prigioniero o è morto, questo secondo il padre nella trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ che  lo ha cercato in tutta Italia e la madre dice che il ragazzo ruppe la scheda del cellulare.

Da un anno ormai di lui si sono perse le sue tracce e tutte le piste sono possibili, ma secondo ancora il padre, che dapprima lo ha cercato nella penisola sorrentina, poi ha percorso la nazione dalla fine dell’agosto scorso, andando nella riviera adriatica, a Milano, Firenze e Bologna, il figlio avrebbe avuto un tragico destino. E questo lo rileva perché ha letto le carte, ed è “uscito il sette di picche nero, una carta brutta”, dice appunto nella trasmissione, e basandosi su questa convinzione che, probabilmente, della gente cattiva lo abbia traumatizzato, tanto da spingerlo ad andare via oppure lo hanno ucciso. Insomma un pensare tragico che mette in molta pena e forte ansia l’uomo.

Ma anche la madre, che sempre nella trasmissione del 31 gennaio, conferma che il figlio ha distrutto la carta sim del cellulare perché lei ne ha trovato i frammenti in casa, e con il dolore nel cuore si chiede che fine ha fatto il figlio.

Ma fino ad oggi, purtroppo, non si è cavato il ragno dal buco, da quel 12 febbraio del 2017, quando il ragazzo, che secondo i familiari è stato vittima del bullismo, uscì di notte per raggiungere la casa dello zio nella città di Vico Equense, ed al quale avrebbe riferito di essere in pericolo perché volevano ucciderlo, e dopo si è volatilizzato facendo perdere le sue tracce. Certo che stando così le cose chissà dove si sia diretto, e verso quale città. Ma oggi possiamo fare solo delle supposizioni e nulla più. Sulla sua scomparsa la Procura torrese ha aperto un’inchiesta sul caso, ma al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato. Tutti si sono messi in moto da quel giorno: forze dell’ordine, volontari della Protezione Civile, che coordinati dalla Prefettura di Napoli, hanno scandagliato ogni angolo della Costiera nella speranza di riuscire a trovarlo, anche il famoso ponte dei suicidi, quello di Seiano. Macché! Nulla, anche perché i carabinieri della compagnia di Sorrento, coordinati dal capitano Marco La Rovere, hanno cercato anche nei centri d’accoglienza, nelle mense, nelle stazioni e nei luoghi di ritrovo di Napoli e dintorni, dove alcune persone avevano riferito di aver visto il ragazzo. Ed hanno anche puntato il periscopio a 360° sui i social network, sui quali il 18enne metese era alquanto attivo tanto da meritare il nomignolo di “Gigino wi-fi”.

Comunque la pista, sarebbe per gli inquirenti e gli investigatori, quella del suo allontanamento volontario. Chissà! Allora, ipotizzando che stando così le cose, potrebbe esserci qualcuno che lo accoglie. Il mistero è fitto e tale resta per ora.

 

GISPA