Maradona, com’è morto: «Né alcol né droga non curarono la cardiopatia»

A quasi un mese dalla morte di Diego Armando Maradona, scomparso il 25 novembre, emergono le prime notizie dell’autopsia

23 Dicembre 2020 di Francesco De Luca (Fonte ilmattino.it)

A quasi un mese dalla morte di Diego Armando Maradona, scomparso il 25 novembre, emergono le prime notizie dell’autopsia. Secondo quanto anticipato dal quotidiano sportivo di Buenos Aires Olé, le analisi hanno scartato l’ipotesi che l’ex campione abbia assunto alcol e droga nei giorni precedenti alla sua morte, confermando che non gli erano state somministrate medicine per la sua cardiopatia. Riscontrata, invece, la presenza di psicofarmaci.

L’autopsia iniziata il 2 dicembre ha evidenziato che Maradona è morto in seguito a un edema polmonare acuto e alla riacutizzazione di una insufficienza cardiaca cronica: da molti anni il cuore di Maradona funzionava al 35 per cento. Oltre ai problemi cardiaci (miocardiopatia dilatata e aree di ischemia miocardica), nel fegato sono state riscontrate tracce di una probabile cirrosi; rilevati nei polmoni la rottura di sette alveoli e un fuoco con edema intralveolare e nei reni una necrosi tubulare acuta. L’estrazione del cuore ha consentito ai medici di notare che il cuore di Diego aveva una miocardiopatia dilatata e pesava 503 grammi, quasi il doppio di uno normale. Le analisi hanno escluso l’uso di alcol e droga, ma confermato la presenza di quattro psicofarmaci nel corpo del campione, che aveva trascorso i suoi ultimi giorni di vita dopo l’operazione al cervello del 3 novembre in una casa non attrezzata per le cure nel Barrio Tigre, alla periferia di Buenos Aires.

Secondo quanto affermato da uno degli investigatori all’agenzia Telam, «Maradona assumeva psicofarmaci ma nessun medicinale per la cardiopatia». Peraltro alcuni di quei farmaci, probabilmente prescritti dalla psichiatra Cosachov (indagata come il neurochirurgo Luque), avrebbero potuto provocare un’aritmia cardiaca. Le conclusioni della autopsia potrebbero dare una svolta all’inchiesta della magistratura, portata avanti da Laura Capra, Cosme Iribarren e Patricio Ferrari. Poco prima che venissero diffuse le notizie sull’autopsia, la secodogenita di Maradona, Gianinna, aveva pubblicato un polemico post su Twitter: «Tutti i figli di puttana sperano che la autopsia di mio padre presenti droga, marijuana e alcol. Non sono medico ma io lo avevo visto molto gonfio. E con la voce metallica. Non era la sua voce. Questo stava accando ma io ero la pazza».

Il quadro che emerge dall’autopsia rende molto concreta l’ipotesi che Maradona non sia stato curato adeguatamente, perché i medici non tennero conto della sua grave cardiopatia, e ciò escluderebbe che si sia lasciato morire, una tesi accreditata da persone a lui vicine, forse anche per scaricare le proprie responsabilità.

di Francesco De Luca (Fonte ilmattino.it)