Mare della Cina: i marinai dimenticati

Sono quelli della Mba Giovanni che sono 17 mesi ancorati in quella vasta distesa d’acqua, sono 6 italiani e 13 filippini ed a causa la guerra commerciale tra Cina ed Australia stanno pagando un caro prezzo.

Foto tratta dal diario di Facebook di Davide Erbi

Redazione – I marinai dimenticati nel Mare della Cina, sono quelli della Mba dell’armatore Michele Bottiglieri.

Sono da 17 mesi ancorati in quella vasta distesa d’acqua, ci sono 6 italiani e13 filippini ed a causa la guerra commerciale tra Cina ed Australia stanno pagando un caro prezzo, davanti al porto di Huang Hua chiuso per l’emergenza Covid-19. Le autorità cinesi vietano di scaricare il carbone imbarcato in Australia, a Gladstone, ed all’equipaggio di scendere a terra per il cambio dei marinai che solo facendo squadra stanno andando avanti da mesi.

Nel servizio del TgR Campania, andato in onda l’11 novembre, è stato intervistato Davide Erbi, il terzo ufficiale che ha descritto la situazione che si stava attraversano e che lo è ancora oggi, sono stati sequestrati senza un valido motivo e non si può essere delle vittime di un problema commerciale. La situazione non è rosea perché ci sono dei marittimi che mancano da casa da oltre 16 mesi, la paura e che al momento potrebbero restare ancorati nel Mare della Cina ancora per molto tempo forse anche per il 2021. Lo stesso terzo ufficiale partenopeo ha ancora riferito che la nave è diventata una prigione galleggiante e l’equipaggio è fortemente stressato e le famiglie sono molto preoccupate. Nella stessa intervista ha detto che le autorità italiane stavano interloquendo con quelle cinesi ma senza risultato, sperava che il governo italiano intervenisse direttamente presso quello cinese per sbrogliare una matassa aggrovigliata, e li vada a prendere come ha fatto anche in altre occasioni.

La vicenda qualche giorno fa è stata affrontata anche in un vertice Italia-Cina che si è svolto tra Roma e Pechino, durante il quale è stato presentato un protocollo per gestire il trasferimento in sicurezza del nuovo equipaggio.

L’ammiraglio Luigi Giardino, responsabile della Guardia costiera italiana per la sicurezza in mare di navi e marinai, è sempre in contatto con l’equipaggio che lo indica come il loro unico punto di riferimento affidabile. Lo stesso ammiraglio per contro conto del mistero dei Trasporti, in stretta collaborazione con l’ambasciata italiana a Pechino, sta cercando una soluzione. Ne intravede due: una è quella di spostare la nave di una ventina di miglia fino al porto di Tianjin, uno dei 10 indicati dalla Cina dove è consentito far arrivare marittimi destinati ai cambi, e lì far scendere a terra i marinai. La seconda è quella che attraverso un protocollo dedicato già inviato alle autorità cinesi attraverso l’ambasciata d’Italia a Pechino, far arrivare a Tianjin il nuovo equipaggio e, dopo un periodo di quarantena, trasferirlo a bordo con un rimorchiatore, lasciando la Mba all’ancora dove si trova in modo che, tra l’altro, non slitti nei tempi di scarico previsti.

Una stessa situazione versa la Antonella Lembo con altri mariani, di cui alcune della costiera sorrentina, che da tempo sono ancorati nella stessa zona, situazione delicata anche quella.

GiSpa