Marina d’Equa, la giornata che stracciò l’anima

39 anni fa una delle tragedie che la storia della marineria della costiera sorrentina e del golfo di Napoli ricorderanno per sempre, assieme a quella del Tito Campanella

Foto tratta dal diario di Facebook di Naufragio “Marina di Equa”- Per non dimenticare

Redazione – Sono passati 39 anni da una di quelle tragedie che stracciò l’anima di molti.

La cerimonia di quest’anno per ricordare quell’infausta tragedia del naufragio del Marina d’Equa nel mare di Guascogna, quando si inabissò con tutto il suo equipaggio e carico in quel mare tempestoso, è stata caratterizzata dal Covid-19 che ha tenuto lontane molte persone.

Tutti quei marittimi sono ricordati con una messa in suffragio che è stata celebrata dall’arcivescovo monsignor Francesco Alfano nel santuario di San Giuseppe. Alla cerimonia che è stata organizzata dalla Confraternita del Sacro Cuore di Maria e di San Giuseppe (detta dei Giuseppini) erano presenti varie autorità civili, militari e le associazioni dei capitani e marittimi della penisola sorrentina e l’istituto nautico Nino Bixio.

Nessuno mai potrà dimenticare sia quei pochi filmati che quelle poche foto di quelle ore che precedettero l’affondamento del Marina d’Equa e tre anni dopo del Tito Campanella nella stessa maledetta zona. Il Marina d’Equa era partita da Torre del Greco il 24 dicembre per fare rotta verso Anversa da dove poi era ripartita con il suo carico per portarlo in America, ma fu avvolta da onde che erano alte circa dieci metri ed una di queste causò una falla nella stiva. Partirono i soccorsi ma il mare in tempesta non faceva avvicinare nessuna nave soccorritrice, mentre gli elicotteri dall’alto poterono solo fotografare quello che stava avvenendo sotto i loro occhi, e nessuno non poteva intervenire. Non ci fu verso e perirono tra le tempestose onde 30 marittimi: 11 da Meta, 7 da Piano, 2 da Massa Lubrense ed 1 Sorrento, 5 da Torre del Greco e 3 da Procida, più un cileno.

Il 14 gennaio del 1984 stessa sorte toccò al Tito Campanella, tra i membri dell’equipaggio che vi perirono c’era anche una donna ed era la moglie del comandante, che si inabissò con la nave da carico in quelle tremende ed anomale onde e fu un naufragio la cui dinamica rimase a lungo oscura, perché senza testimoni e senza superstiti.

Ed oggi in una giornata cupa, grigia con qualche temporale e forte pioggia, sono stati ricordati tutti questi marittimi la cui vita è stata spezzata per sempre da quel mare tempestoso di Guascogna.

GiSpa