Marina d’Equa, il mare: la lama che tagliò tutti i legami

Era il 29 dicembre 1981 quando la motonave della società di navigazione Italmare venne travolta dal mare in tempesta e si inabissò con tutti i suoi marinai in quell’oceano freddo

Sant’Agnello – Era il 29 dicembre 1981 quando la motonave Marina d’Equa della società di navigazione Italmare venne travolta dal mare in tempesta, una lama che tagliò tutti i legami. 

Sono passati 38 anni da una delle tragedie che colpì la costiera sorrentina, Torre del Greco, Procida ed il Cile, 30 marinai che con quella motonave erano partiti da Torre del Greco il 24 dicembre per fare rotta verso Anversa da dove poi era ripartita con il suo carico per portarlo in America, ma fu avvolta da onde che erano alte circa dieci metri ed una di queste causò una falla nella stiva. Nel famigerato Golfo di Guascogna, una delle zone al mondo dove quando una tempesta fa la sua azione, a volte, non lascia scampo a nessuno, è così quel famigerato giorno di fine d’anno del 1981 toccò a chi non fece più ritorno. Quelli dell’epoca non erano tempi come quelli di oggi, in cui le comunicazioni sono ben sviluppate, e tramite telefono fu lanciato un SOS che fu raccolto dalle guardie costiere sia inglesi che francesi, il disperato messaggio diceva: “Falla nella stiva numero uno, imbrachiamo acqua. Rischiamo di affondare”. Partirono i soccorsi ma il mare in tempesta non faceva avvicinare nessuna nave soccorritrice, mentre gli elicotteri dall’alto poterono solo fotografare quello che stava avvenendo sotto i loro occhi, e nessuno non poteva intervenire. Non ci fu verso e perirono tra le tempestose onde 30 marittimi: 11 da Meta, 7 da Piano, 2 da Massa Lubrense ed 1 Sorrento, 5 da Torre del Greco e 3 da Procida, più un cileno.

Ogni anno questa ferita che colpisce l’anima specialmente di chi li conosceva, si rimargina, però sempre nel segno che il ricordo non debba mai essere assopito. Come quello che accadde al Tito Campanella che nella stessa maledetta zona fece naufragio il 14 gennaio del 1984.

Tra quelli che vi perirono c’era anche una donna ed era la moglie del comandante, che si inabissò con la nave da carico in quelle tremende ed anomale onde e fu un naufragio la cui dinamica rimase a lungo oscura, perché senza testimoni e senza superstiti.

Tutti questi marittimi saranno ricordati con una messa in suffragio che sarà celebrata dall’arcivescovo monsignor Francesco Alfano nel santuario di San Giuseppe, il 29 dicembre alle ore 11.30. Alla cerimonia che è stata organizzata dalla Confraternita del Sacro Cuore di Maria e di San Giuseppe (detta dei Giuseppini) saranno presenti varie autorità civili, militari e le associazioni dei capitani e marittimi della penisola sorrentina e l’istituto nautico Nino Bixio.

Dopo la cerimonia religiosa ci sarà quella alla quale vi parteciperanno tutti per deporre una corona d’alloro alla lapide commemorativa.

GiSpa