Napoli, amara semifinale di Coppa

Gli azzurri regalano la prima parte agli orobici con due sbandamenti in difesa, poi con le rete riaprono la gara nella ripresa ma gli atalantini mettono al sicuro la qualificazione, qualche errore ha commesso anche Gattuso che in quattro gare ha cambiato quattro moduli

Foto tratta da casanapoli.net

Redazione – È una gara amara quella della semifinale di Coppa Italia che è stata giocata al Gewiss Stadium di Bergamo.

Gli azzurri regalano la prima parte agli orobici con due sbandamenti in difesa, poi con le rete riaprono la gara nella ripresa ma gli atalantini mettono al sicuro la qualificazione, qualche errore ha commesso anche Gattuso che in quattro gare ha cambiato quattro moduli.

Cambiare quattro moduli in quattro gare non danno quella sicurezza anche allo stesso Gattuso, che non è esente da errori, di poter avere una spina dorsale della squadra, però a sua discolpa si potrebbe dire che per vari motivi non avendo quei calciatori di questa spina dorsale, e giocando ogni tre giorni, non si ha il tempo come in passato, prima della pandemia, di amalgamare la squadra per la domenica. Gli azzurri partono bene e creano nei primi sette minuti ben due pericoli di cui uno con Insigne al 8’ con la sfera che sfiora il palo, poi al 10’ Zapata riceve il pallone al limite dell’area. Non viene pressato dalla difesa azzurra, il colombiano prende la mira e calcia col destro. Ospina non può farci nulla.

La Dea batte cassa ed il Napoli incassa la seconda rete al 16’: imbucata centrale di Gosens per Zapata al centro dell’area. Il colombiano fa da boa e manda in porta Pessina che di gran corsa si inserisce e solo davanti ad Ospina batte il portiere azzurro. I partenopei vanno in bambola anche se Insigne non resta al palo ma la sua conclusione viene leggermente deviata a termina a lato, non di molto.

I nerazzurri non danno respiro agli avversari, chiudono gli spazi, e Muriel va a un passo dal 3-0: il destro che si spegne di poco a lato. Lo stesso Muriel con Pessima e Zapata sono le spine che pungono una difesa molto ballerina ed un centrocampo inesistente. Piove sul bagnato: Hysaj si fa male ed entra Mario Rui, dopodiché è Zapata ad andare nuovamente vicino alla rete.

Con l’ingresso in campo di Politano mister Gattuso sposta Insigne trequartista e cambia modulo: dal 4-3-3 al 4-2-3-1, facendo divenire Osimhen specchietto per le allodole e per attaccare la profondità. Il risultato è buono ed il Napoli sembra pimpante ed accorcia le distanze con Lozano all’8’ che dopo un batti e ribatti, sulla respinta di Gollini, calcia nuovamente e trova il gol.

Gasperini a questo punto fa entrare Ilicic per Muriel. La Dea si riporta in avanti con Gosens e con Zapata che va a un passo dal 3-1. Entrano Demme e Lobotka per Zielinski e Bakayoko: cambia completamente il centrocampo. Ilicic è però una spina nel fianco e si rende ancora pericoloso.

Ci prova Osimhen ma c’è il miracolo di Gollini al 29’, dal pareggio sfiorato al terzo gol nerazzurro con Pessina che buca tutti e insacca in rete al 32’. Il Napoli ci prova con Lozano che non ammaina la bandiera e ci prova da fuori ma tra le braccia del portiere.

ATALANTA – NAPOLI  3-1

Goals: 10’pt Zapata (A), 16’pt Pessina (A); 8’st Lozano (N), 33’st Pessina (A)

Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Palomino (27′ st Caldara), Djmsiti; Gosens, De Roon, Freuler, Sutalo; Pessina (45′ st Pasalic); Muriel (11′ st Ilicic), Zapata.

A disposizione: Rossi, Sportiello, Lammers, Malinovskyi, Kovalenko, Ruggeri, Ghislandi, Miranchuk.  Allenatore: Gian Piero Gasperini.

Napoli (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Maksimovic, Rrahmani, Hysaj (42′ pt Mario Rui); Elmas, Bakayoko (19′ st Lobotka), Zielinski (19′ st Demme); Lozano, Osimhen (33′ st Petagna), Insigne.

A disposizione: Meret, Contini, Zedadka, Fabian Ruiz, Politano, Costanzo, Cioffi.

Allenatore: Gennaro Gattuso.

Arbitro: La Penna di Roma.

Note: Ammoniti. Hysaj, Zielinski, Di Lorenzo, Insigne (N).

Recupero: 1′ pt, 3′ st.

L’intervista a Gattuso è tratta da tuttonapoli.net

Gattuso in conferenza: “Qualche segnale positivo c’è! Juve ultima spiaggia? Chiedete al club. Si deve avere fiducia, altrimenti è dura”

Al termine della sconfitta contro l’Atalanta, il tecnico del Napoli Gennaro Gattuso ha parlato in conferenza stampa

di Antonio Gaito (Fonte tuttonapoli.net)

Quando qualcosa può andare storto va storto.
“Non ci stiamo facendo mancare nulla. Al di là delle cose storte penso che nei primi due gol potevamo fare molto meglio, abbiamo fatto due errori e abbiamo subito due gol uguali. Nel secondo tempo abbiamo cambiato qualcosa a livello tattico, poteva andare in maniera diversa. Ma parliamo sempre di qualcosa che viene mancare, paghiamo a caro prezzo gli errori. Si gioca ogni tre giorni, ora dobbiamo guardare avanti e pensare a recuperare le forze”.

Per la sfida con la Juve recupererà qualcuno?
“Manolas mancherà per un mese, Koulibaly lo sapete meglio di me. Tutti i casi covid li abbiamo sempre portati fino alla fine, sono durati 20 giorni. Siamo contenti di aver dato 79 minuti di gioco a Osimhen, ma non è ancora il giocatore che abbiamo. Dobbiamo fare i complimenti a tutti, se sei un’altra squadra contro un’Atalanta così poteva andare in maniera diversa. Lati positivi? Parlo della qualità di gioco, se non sei forte non riesci a tenere lì l’Atalanta. Il segnale confortante è questo”.

È il suo momento più complesso da allenatore?
“No, ne ho passati molto di più difficili in categorie diverse. È un calcio diverso, stiamo giocando in maniera differente, senza tifosi e ogni tre giorni. Lo fanno tutti, ma non me lo sarei mai aspettato di dover affrontare un calcio così nella mia vita. Si può far fatica, si può recuperare poco. A volte i giocatori fanno fatica a esprimersi, ma succede a tutti. Penso che in questo momento il primo responsabile sono io, ma devo avere la bravura di tenere alto entusiasmo e voglia. Altrimenti diventerà difficile”.

La Juventus sarà l’ultima spiaggia?
“Non lo so, dovete chiederlo alla società. Il capitano della barca sono io, quando le cose vanno male vanno a discapito del capitano. Io non posso pensare a questo a penultima o ultima spiaggia, devo lavorare e devo riuscire a dare fiducia. Io faccio l’allenatore, ci può stare. Non sarò né il primo né l’ultimo, ma ho il dovere di provarci fino alla fine”.

GiSpa