Napoli Teatro Festival Italia, al Duomo di Salerno Raffaello Converso

L’armonia sperduta un concerto/spettacolo sulla canzone napoletana  

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Raffaello Converso

 

Redazione – Sabato 7 luglio al Napoli Teatro Festival Italia diretto da Ruggero Cappuccio, in scena al Duomo di Salerno L’armonia sperduta concerto/spettacolo sulla canzone napoletana  di Raffaello Converso con elaborazioni e le orchestrazioni originali di Roberto De Simone e con l’ensemble di archi, fiati, pianoforte e mandolino diretto da Luigi Grima (ore 21.30).

Prodotto dall’associazione Proscenio, L’Armonia Ritrovata è un cammino nella musica d’autore napoletana costruito da Raffaello Converso grazie alla collaborazione del Maestro Roberto De Simone. Nel segno dell’ibridazione tra i generi, dalle atmosfere pergolesiane, al folk al jazz e al pop, con una ironica incursione nel rap e un omaggio alla “posteggia”, il concerto spettacolo realizza un percorso musicale che restituisce scritture perdute, arie, serenate, fino ad arrivare a componimenti inediti dello stesso De Simone.

“I vari brani – sottolinea il musicista e cantante – sono accomunati da una profonda attenzione agli stili vocali e strumentali che connotavano il genere musicale nel suo secolare sviluppo. Si tratta di un ideale e progressivo percorso stilistico che conduce alle più innovative contaminazioni linguistiche dei trascorsi anni ‘70”. In repertorio brani classici come “Nu passariello spierzo” di Di Giacomo-Leva, ma anche una sorprendente versione di “Je so’ pazzo” di Pino Daniele che si innesta sulla partitura della tradizionale “Tarantella del Gargano”, fino alla “Lauda per Frate Pio de Pietrelcina” che, spiega Converso, “realizza un travestimento spirituale su melodia popolare, la musica di Bella Ciao, di cui De Simone ha scoperto le radici  yiddish”.

“Da considerazioni e confronti condotti sul vasto panorama della Canzone napoletana, – scrive Roberto De Simone – desumiamo che esso non può riferirsi esclusivamente a poeti e musicisti che hanno agito produttivamente a Napoli nell’arco storico di circa un secolo. I documenti stampati della ingente mole di composizioni musicali, difatti, sottintendono una oralità esecutiva che preesisteva alla Canzone stessa e che ne ha consentito la popolarità. La contaminazione storica, che pur connota la più autentica tradizione nostrana, è stata la mia principale meta, sorvolando sulla banale veste strumentale di armonia scolastica. In sottotraccia mi son sempre riferito ad ardite associazioni mentali, relative alla storia e allo straniamento musicale con cui agivano i veraci esecutori ricchi di memoria orale”.