Nel mirino la costiera sorrentina per altri casi di stupro

Non c’è stato solo quella delle turista inglese che implorava pietà ma anche per altre donne

 

 Costiera sorrentina – La bella ed evanescente costiera sembra essere nel mirino per altri casi di stupro perché non c’è stato solo quella delle turista inglese che implorava pietà ma anche per altre donne.

Infatti non solo quello che è accaduto alla povera turista inglese che è stata stuprata dagli ex dipendenti dell’albergo sulla costa metese, ma anche quello che è accaduto, sempre negli anni scorsi, anche in alcuni locali dove venivano abbordate le ospiti straniere.

Dalla procura di Torre Annunziata emerge che di questi ‘abbordaggi’ ce ne sono stati altri e nel mirino sono finite un’altra ospite inglese della capitale, che poi ritornata in patria ha spifferato tutto, ed una giovane donna statunitense che ha fatto finire dietro le sbarre due uomini della zona casertana. Come si vede la calma penisola sembra essere il punto in cui in molti cercano di incontrare qualcuno, o locale o esterno, per passare non solo una serata da sballo ma anche da sballarsi in altro modo. Le turiste di oltremanica sembrano essere quelle prese di mira per far passare a qualche persona ‘assatanata’ qualche momento di sfogo, ma che in qualche caso si rivela anche si sfizio. Ed infatti la povera 50enne turista inglese dell’albergo metese quando rientrò in patria narrò nel consultorio per le aggressioni sessuali, con la voce rotta dal pianto, i particolari della violenza di cui è stata vittima. Nelle sue parole il racconto orribile di quello che aveva subito nella costiera sorrentina, poiché dopo aver bevuto quel cocktail di ‘droga dello stupro’si è sentita strana e negli abusi ricevuti sia su una sdraio che su un letto, non solo è stata denudata ma anche ricevuto dei ceffoni ed ha avuto anche un malore.

A sentirla vengono i brividi per come si sono svolti perché il duo la porta sulla piscina e dopo averla distesa sulla sdraio la denudano e ne abusano, finito il loro ecco che la rivestono e la consegnano ad un altro ex dipendente che ella riconosce per il tatuaggio a forma di corona sul collo. Questi però che ella conosceva era come se fosse qualcuno fidato ma invece non fu così perché la diede in pasto, in una camera grande, a vari uomini seminudi e spinta sul letto abusano di lei che cerca, come può, di allontanarli ma uno di loro la schiaffeggia. Narra che le è morto il marito due anni prima ed uno si ferma ma non  un altro che consuma la sua sevizia, poi viene riaccompagnata nella sua camera, mentre gli stupratori già si esaltano per l’’impresa’ portata a termine. Un’ ‘impresa’ che li ha portati in carcere dopo i vari accertamenti sulla donna: dna, tracce biologiche ritrovate sul reggiseno, sulle unghie, sulla schiena e su altre parti del corpo, che consentono alla Procura di Torre Annunziata ed alla polizia di Sorrento di ricostruire le singole posizioni degli indagati. Mentre i vertici dell’albergo, che erano all’oscuro di tutto, fanno sapere di esprimere piena vicinanza e profonda solidarietà alla vittima e se ci fosse un’azione penale si costituiranno parte civile.

Ma come dicevamo sopra altri casi, più o meno del genere, sono accaduti nell’amata e calma costiera: un’altra turista residente a Londra, habitué delle vacanze sorrentine, ha raccontato di essere stata ‘abbordata’ in un locale di Sorrento durante una serata con molto alcool, portata in disparte e poi violentata da due giovani italiani proprio nell’ultimo giorno della sua permanenza.

Rientrata in patria scatta la denuncia con gli investigatori che effettuato tutte le indagini in maniera dettagliata: visite mediche, analisi sugli abiti indossati dalla vittima nel momento dello stupro, rilievo di tracce del dna. Ed il tutto conferma che lo stupro c’è stato ma dei suoi abusatori non c’è traccia perché non ci sono nominativi e fotografie e si opta per l’archiviazione, ma la donna ha indicato come testimone una italiana della costiera sorrentina, che avrebbe assistito alle fasi che hanno preceduto la violenza e che potrebbe rivelare dettagli utili all’identificazione dei violenti, e con ogni probabilità sarà ascoltata nelle prossime settimane.

Mentre quella americana denunciò subito di essere stata stuprata due volte nel bagno di uno dei locali più importanti della Penisola, nella centralissima piazza Tasso, così dopo poche settimane finirono in carcere due giovani della ‘Caserta bene’, vacanzieri abituali di Massa Lubrense. Sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e 4 mesi ed a 3 anni e 4 mesi di reclusione, ottenendo la scarcerazione ed un forte sconto di pena per il risarcimento dei danni versato alla vittima. Tra qualche settimana, passeranno al vaglio della Corte d’Appello di Napoli, con la Procura generale pronta a chiedere la conferma delle condanne di primo grado e la parte civile.

Ma il fatto importante e che molte denunce arrivano ‘il giorno dopo’, quando le vittime sono già rientrate in patria, ed impiegano anche mesi a raggiungere gli uffici inquirenti oplontini e poi partono le indagini.