Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno ci porta a parlare di uno dei palazzi storici della cittadina costiera dove si esibì, in un numero di avanspettacolo, il giovane ed ancora sconosciuto Totò
Il palazzo dei Maresca al Corso fu costruito intorno al 1927 dai quattro fratelli Giuseppe, Gioacchino, Michele e Salvatore, su progetto del primo.
Avevano acquistato un banco di tufo ed un vasto terreno lungo il Corso e vi edificarono il grosso fabbricato anche con i proventi derivanti dalla vendita di quella stessa pietra vulcanica che, all’epoca, era materiale molto richiesto nell’edilizia. La lunga e profonda cava di tufo, probabilmente andava ad inserirsi in un contesto dov’erano o erano state attive altre, come quelle del Cavone e del Cavoniello, tutte alle pendici del rilievo dove si colloca l’abitato di Trinità. Una zona peraltro oggi sotto tutela della Sovrintendenza, per aver restituito nei secoli numerose tombe preistoriche. La fossa, generata dall’attività estrattiva, era ancora visibile dietro il palazzo, fino a non molti anni fa. Il massiccio edificio poggia in profondità, su lunghi cunicoli sotterranei, solo in parte naturali, usati come cantine e depositi che diventarono rifugi nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni bui la penisola sorrentina era frequentemente sorvolata da minacciosi bombardieri, il cui passaggio era preannunziato dal lugubre suono della sirena d’allarme aereo, collocata sulla torretta dell’Istituto Nautico.
L’edificio elegante e signorile, al primo piano, pare abbia ospitato per qualche tempo lo studio fotografico di Gennaro Fumo, mentre in un ampio locale al piano terra, per un certo periodo, fu attiva la sala cinematografica “Sirene”, dove si esibì, in un numero di avanspettacolo, il giovane ed ancora sconosciuto Totò. Infatti, nei primi anni di vita dei cinematografi, prima della proiezione della pellicola del film muto, venivano offerti, al pubblico in sala, dei brevi sketch di intrattenimento, in genere umoristici.
Nei locali al piano terra i Maresca intrapresero l’attività di molino per la farina ed i mangimi per gli animali e, durante gli anni della Seconda Guerra mondiale, ospitarono la Ditta Voiello di Torre Annunziata, che vi produsse le sue paste alimentari. Infatti lo stabilimento torrese era stato distrutto quasi del tutto dai bombardamenti.
Il Palazzo Maresca fin dalla costruzione è stato sempre collegato anche all’attività di torrefazione che avveniva in spazi attigui e che, nel corso dei decenni, ha raggiunto livelli prestigiosi per la produzione di caffè in grani, macinato e in cialde. Il prodotto è apprezzato in tutta Italia ed anche all’Estero, vista la fiorente esportazione verso Paesi come la Germania e l’Olanda. Oggi l’Azienda opera in Via Formiello, ma al Corso, al numero civico 289, è presente un punto vendita dove è possibile acquistare i prodotti aziendali, contrassegnati dal marchio dell’aquila reale, simbolo che i Maresca scelsero come augurio perché il loro caffè potesse raggiungere vette sempre più alte.
L’attività molitoria della famiglia era talmente nota al popolo che tutta la zona intorno al Palazzo era conosciuta come ‘Ncopp’o Mulino, termine ancora oggi largamente in uso. In un secolo o poco meno, quanta storia è passata in questo Palazzo, simbolo dell’operosità e dello spirito imprenditoriale della gente di Carotto!