A Piano di Sorrento Giuseppe Ungaretti in ‘Assaggi d’Autore’

Gli alunni del Liceo scientifico Salvemini di Sorrento si cimenteranno nel leggere i suoi scritti

 

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Locandina dell’evento

Piano di Sorrento – Uno dei poeti precursore dell’ermetismo, Giuseppe Ungaretti, in ‘Assaggi d’Autore’ nel Mondadori Bookstore, con gli alunni del Liceo scientifico Salvemini di Sorrento che si cimenteranno nel leggere i suoi scritti.

La professoressa Marilù Ruggiero li inoltrerà nel discorrere di un poeta, scrittore, traduttore ed accademico che parla del mistero come un qualcosa che non possiamo capire ed afferrare, eppure per lui per la nostra stessa natura di uomini vogliamo sempre indagarlo. Le parole di questo poeta ci avvicinano alla verità ma lasciando aperto uno spazio: una continua, incessante, approssimazione all’assoluto. Tutto è misterioso. Persino un fiore. “Tra un fiore colto e l’altro donato / l’inesprimibile nulla”, scrive il poeta in Eterno.

In lui vivono i grandi interrogativi che ci sono nell’uomo con una certa impellenza che lo assimilano certamente a Leopardi perché fu forte nei confronti del dolore, come lo testimonia la morte del figlio, riuscì a mantenere viva la speranza, segno di un cuore sempre indomito e guerriero. È stato un poeta straordinario e Francesco Flora quasi non si rassegnava al fatto che la poesia di Allegria – insieme delle sue prime raccolte – funzionasse, cosciente di quanto fosse pericolosa l’operazione di una improvvisa rottura con ogni forma di tradizione poetica italiana. Il suo stile cambiò, sempre seguendo il suo cuore indomito ed il suo spirito guerriero. Infatti, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, Ungaretti, tracciando un bilancio della sua vita, affermò: “Sono stato un uomo della speranza; anzi, il soldato della speranza”.

Nasce l’8 febbraio 1888 ad Alessandria d’Egitto da Antonio Ungaretti e Maria Lunardini, entrambi lucchesi e si erano trasferiti per lavoro, perché il padre lavorava alla costruzione del canale di Suez. Giuseppe avrà sempre un ricordo profondo del deserto che osservava nella sua città di infanzia, e resta orfano del padre che muore in un incidente di lavoro (1890). La madre fa di tutto per mandare avanti la famiglia e garantire al figlio una discreta educazione. Frequenta l’Ecole Suisse Jacot, ed è lì, tra i banchi di scuola, che scopre la passione per la letteratura. Frequenta Enrico Pea presso la ‘Baracca rossa’, un ritrovo per anarchici e socialisti. Attraverso le riviste ‘Mercure de France’ e ‘La voce’ si apre alla poesia contemporanea francese ed italiana.

Nel 1912 dopo aver navigato su una nave arriva in Italia e poi si stabilisce in Francia a Parigi, per studiare alla Sorbonne e qui conosce vari artisti: Apollinaire, Palazzeschi, Picasso, Modigliani, De Chirico.  Quando scoppia la Grande Guerra si arruola volontario ed in trincea scrive ‘lettere piene d’amore’, delle poesie fulminanti, rapide, concise, dove l’emozione che le sostiene cerca la costante complicità del lettore.In questa raccolta Ungaretti rompe con tutte le regole tradizionali della forma poetica e trionfa, invece, una tensione espressionistica che nasce dall’urgenza biografica; quindi, si esalta la parola in se stessa come in una sorta di ‘religione della parola’. Infatti, verso e parola molto spesso coincidono perché il poeta aveva bisogno di dire molto con poche parole: “Le poesie dell’Allegria sono scritte per dire con la massima precisione possibile (non si arriva mai ad esprimersi con precisione), ma, insomma, per dire con la massima approssimazione quello che sentivo: dire così in pochissime parole… Non c’era tempo”. (da Vita, poetica, opere scelte, Mondadori, 2007). Inoltre nel Commiato che chiude Il porto sepolto, scrive: Quando trovo / in questo mio silenzio / una parola / scavata è nella mia vita / come un abisso.

Dopo la guerra sposa Jeanne Dupoix, un’insegnante di francese, dalla quale ha due figli Anna Maria e Antonietto. Nel 1921 si trasferisce a Marino (Roma) e collabora con il Ministero degli Affari Esteri e nel 1928 Ungaretti si converte al cattolicesimo a seguito di un tormentato percorso interiore. Nel 1930 muore la madre, cui dedica una poesia piena che esprime un dolore composto e la speranza di rivederla, un giorno. Nel 1931 pubblica l’Allegria che raccoglie le poesie delle prime due raccolte. Viaggia molto negli anni successivi, ed in Argentina gli viene offerta la cattedra di Letteratura Italiana presso l’Università di San Paolo, che terrà fino al 1942, ed in questo anno ritorna in patria e viene nominato Accademico d’Italia ed insegna letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma. Mondadori comincia a ristampare tutte le opere del poeta sotto il titolo ‘Vita di un uomo’. I lutti, i viaggi, la lontananza creano la base per un’altra raccolta fondamentale di Ungaretti: Il dolore, del 1947. Pubblica successivamente: La terra promessa (1950), Un grido e paesaggi (1952), I taccuini del vecchio (1960). In occasione degli ottant’anni viene onorato dal governo italiano: a Palazzo Chigi è festeggiato dal Presidente del Consiglio Aldo Moro, oltre che da Montale e Quasimodo. Nel 1969 esce ‘Vita di un uomo’. Tutte le poesie. Muore a Milano nella notte tra il 1° e il 2° giugno del 1970.

La poesia di Ungaretti sin dagli anni ’20, e cioè sin dai suoi esordi è stata accompagnata dai consensi della migliore critica militante dell’epoca (P. V. Mengaldo); anche quando ha subito stroncature, è stata riconosciuta come importante.

 

GISPA