Polfer, annientata banda ladri Circumvesuviana

C’è stata una maxi retata della polizia ferroviaria per la Campania che ha arrestato otto persone che si erano dedicati al borseggio in danno dei viaggiatori, italiani e stranieri

 

Foto tratta da Wikipedia

Redazione – La Polfer ha  sgominato una banda ladri della Circumvesuviana, composta da otto persone che agiva nella stazione di piazza Garibaldi.

Quando arrivavano i turisti italiani e stranieri loro entravano in azione, seminando il panico, ma nella mattinata dell’11 dicembre gli agenti del Compartimento di Polizia Ferroviaria per la Campania, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli, Settima Sezione, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare personale emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli.

Il gruppo degli otto sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, infatti l’attività d’indagine svolta dalla Polfer ha permesso di accertare come tra di loro i ladri avessero dato vita a un vero e proprio sodalizio criminale, all’interno del quale ognuno rivestiva un ruolo ben preciso.

Uno controllava il territorio, per verificare la presenza delle forse dell’ordine, con una telefonata dava l’ok ai complici che tutto era libero, loro entravano in azione accerchiando la vittima, la derubavano del portafogli e subitaneamente consegnavano la refurtiva ad un altro soggetto che rivestiva la funzione di appoggio.

La loro area di azione era la stazione della Circumvesuviana di piazza Garibaldi che, oltre a garantire quotidianamente una massiccia presenza di turisti e viaggiatori, per la sua conformazione consentiva ai malviventi maggiori vie di fuga. Le “prede” privilegiate, naturalmente, erano i turisti stranieri.

Loro agivano seguendo la vittima fino al treno e, mentre saliva a bordo, le sfilavano il portafogli approfittando della calca. Una volta sottratta la refurtiva, se le circostanze lo permettevano, il borseggiatore indietreggiava, restando sul marciapiedi alla partenza del convoglio, oppure proseguiva fino alla fermata successiva dove veniva raggiunto a bordo di uno scooter da un altro complice.

La Polfer, dalle indagini svolte, e grazie alle immagine delle telecamere di videosorveglianza con l’intercettazione di telefonate, è riuscita ha individuare gli otto che avevano sviluppato un linguaggio in codice che veniva utilizzato per esprimere concetti importanti in modo immediato.

Si tratta di un vero e proprio “idioma del borseggiatore”, con neologismi dialettali afferenti alla cosiddetta “parlèsia”, linguaggio in uso alla malavita.

Le varie parole avevano il loro significato: fiorato significava aver portato a termine il furto, ovvero aver colto il fiore del proprio lavoro; cartoline erano le carte di credito presenti nei portafogli rubati; fiala è sinonimo di banconota da 100 euro. Ma usavano termini specifici anche per le forze dell’ordine, coniando anche dei soprannomi per alcuni poliziotti.

Tra loro si era sviluppata infatti una sorta di “mutuo soccorso” per cui gli associati impossibilitati a “lavorare”, per motivi di salute o perché detenuti, ricevevano un compenso settimanale per garantire il sostentamento della famiglia.

GiSpa