Punta Campanella, fermare acquisto datteri di mare

Si avvicinano le festività natalizie e questi molluschi bivalve sono una leccornia che per molti ma chi li pesca distrugge un metro quadrato di habitat sottomarino

 

Redazione – Dall’Area marina protetta Punta Campanella parte un appello a bloccare l’acquisto dei datteri di mare.

Si avvicinano le festività natalizie e questi molluschi bivalve sono una leccornia che per molti, e per un piatto di linguine ai datteri di mare, viene distrutto un metro quadrato di habitat sottomarino.

Questo è un periodo nel quale i pescatori di frodo si mettono in azione soprattutto nei fondali della costiera sorrentina, ed in modo speciale in quel vasto tratto di costa che ricade nell’Area marina protetta di Punta Campanella.

Il dattero cresce nella roccia e per estrarlo viene frantumato il fondale con martelli ed altri attrezzi, e questa devastazione causa la desertificazione dei fondali, ma non solo, crea un serio problema per la biodiversità ed il futuro della vita sottomarina.

Nella zona di costa tra Vico Equense e Massa Lubrense i predoni del mare fanno incetta di datteri dalle scogliere sommerse, senza preoccuparsi di distruggere un ambiente marino unico al mondo.

Il suo consumo, la detenzione, il commercio e la pesca sono vietati in tutti gli stati dell’Unione europea ai sensi dell’articolo 8 del Regolamento (CE) 1967/2006. In Italia, già il DM 16 ottobre 1998 vietava tutte queste attività: “… Considerato che gli istituti scientifici incaricati di effettuare studi in materia hanno evidenziato che le attività di pesca della Lithophaga e del Pholas dactylus (dattero bianco) provoca alterazione ai fondali rocciosi con distruzione di biocenosi;…Decreta:

1 – Il divieto di raccolta di molluschi litofagi con l’impiego di martelli pneumatici o di altri attrezzi a percussione, stabilito dal regolamento CE 1626/94 del 27 giugno 1994, è esteso, in tutte le coste italiane, con il divieto di pesca del dattero di mare e del dattero bianco con qualsiasi attrezzo.

2 – È prorogato al 30/9/2007 il divieto di detenzione e commercio del dattero di mare e del dattero bianco di cui al DM 26 settembre 1996., in quanto per la loro pesca vengono seriamente danneggiate le costiere calcaree, tra le quali quelle della penisola sorrentina e del golfo della Spezia”.

Tuttavia, in alcuni casi la pesca di frodo continua ad essere praticata. Per soddisfare la richiesta di questo prodotto da parte di coloro che lo apprezzano dal punto di vista gastronomico, si stanno tentando diversi progetti di allevamento, in cui i datteri verranno messi a dimorare in appositi blocchi di cemento, la cui distruzione al momento della raccolta non causerà alcun danno ecologico o paesaggistico.

E proprio in questi giorni che la Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia tiene alta la guardia, come conferma il comandante della Guardia Costiera stabiese, Achille Selleri: “Se durante tutto l’anno la nostra attenzione è alta nel combattere la pesca di frodo dei datteri in questo periodo aumenta ancora di più, con controlli a tappeto in tutto il compartimento di nostra competenza”.

Il monitoraggio da parte delle forze dell’ordine non c’è solo il pescatore di frodo, ma anche chi li vende e chi li acquista, e l’acquirente può essere accusato di favoreggiamento nei reati di danno ambientale e perfino di disastro ambientale con la possibile applicazione dell’aggravante della ricettazione.

GiSpa