Sanità costiera, l’Unità pastorale non si ferma nella sua azione

Insieme alle Associazioni culturali, ecclesiali, di categoria e di volontariato

Costiera sorrentina – Da una parte, la presa d’atto delle prime contromisure politiche adottate per fronteggiare il taglio dei servizi sanitari essenziali in Penisola sorrentina. Dall’altra, la consapevolezza che la strada verso la “normalizzazione” è ancora ricca di incognite, e resta la necessità di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica con strumenti aggregativi “capaci” di sovvertire il diffuso sentimento della rassegnazione. Sentimento che si avverte e si annida tra la popolazione, anche in considerazione delle problematiche sociali e sanitarie legate alla pandemia da Covid-19.

E’ quanto emerge da una serie di incontri promossi dall’Unità pastorale delle parrocchie di Sorrento e da una quarantina di associazioni presenti sul territorio della costiera sorrentina, sulle criticità dei servizi sanitari rilevate nei presidi ospedalieri del territorio. Criticità che hanno portato all’interruzione temporanea (ma comunque inaccettabile) delle attività del reparto di rianimazione dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Sorrento, del reparto di Chirurgia del medesimo ospedale (ancora non operativo), del pronto soccorso del presidio ospedaliero “De Luca e Rossano” di Vico Equense (ancora non operativo) e alla mancata previsione di un punto vaccinale nel territorio che si sviluppa da Massa Lubrense a Vico Equense.

In particolare, in un incontro tenuto in totale sicurezza nella Cattedrale di Sorrento lo scorso 13 gennaio, diffuso in streaming (con ottimi riscontri in termini di partecipazione “da casa”), con i rappresentanti delle Unità pastorali della Penisola sorrentina, i referenti di tantissime realtà associative del territorio, alcuni operatori sanitari (tra cui la responsabile del reparto di rianimazione dell’ospedale di Sorrento), i sindaci di Massa Lubrense e di Piano di Sorrento, e i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Vico Equense, Meta, Sant’Agnello e Sorrento, è emerso un confronto serrato, dai toni pacati e dai contorni costruttivi, che ha evidenziato la ferma volontà delle realtà promotrici dell’incontro di andare avanti in forma unitaria (aspetto che rappresenta una novità sostanziale nel nostro territorio), con rinnovato interesse, per fare la propria parte, in una tematica di interesse comune primario, come l’assistenza sanitaria.

Queste stesse realtà, seppur in una rappresentanza necessariamente ridotta in termini numerici, si sono ritrovate per un ulteriore momento di confronto e di dialogo domenica sera 17 gennaio, presso la Cattedrale di Sorrento.

Il motivo per il quale si intende proseguire in questo percorso è legato proprio al quadro che è venuto, via via, delineandosi durante il confronto con la rappresentanza sanitaria e politica.

Al momento, infatti, pur accogliendo positivamente l’incontro tra i sindaci della Penisola sorrentina e il Presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, e ancorché soddisfatti della ripartenza del reparto di rianimazione dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Sorrento, le incognite per l’immediato futuro sono ancora tante. Le soluzioni adottate, al momento, potrebbero risultare non sufficienti in via prospettica, senza considerare che, alla data odierna, perdura la chiusura del Pronto soccorso dell’ospedale “De Luca e Rossano” di Vico Equense.

La volontà di mantenere alta l’attenzione è determinata anche dalla circostanza – emersa e fatta presente anche da specifiche associazioni nel corso dell’incontro – che la tematica “sanitaria” è particolarmente rilevante anche nell’ottica di un’auspicata ripresa delle attività economiche, per lo più legate al comparto turistico, con una utenza (specie in tempo di pandemia) sempre più interessata ad un’efficace assistenza medica. Assistenza da garantire con prestazioni qualitativamente e professionalmente certe a tutti, indistintamente, cittadini, lavoratori e turisti.

La comunità ecclesiale e la società civile rappresentata da numerose associazioni stanno, inoltre, elaborando un documento unitario, da sottoporre all’attenzione delle autorità competenti.

“Saremmo felici – spiegano i promotori – essere considerati per quello che siamo: una forza aggregante, che fa la sua parte. Non vogliamo in alcun modo sconfinare in territori che non ci competono, ma desideriamo generare un processo, una dialettica, una crescente sensibilizzazione sul tema. Proprio perché ci poniamo come forza aggregante, ci aspettiamo anche una considerazione sempre maggiore e attenta rispetto al percorso intrapreso e, nel contempo, auspichiamo dialogo continuo e collaborazione fattiva con le amministrazioni cittadine, rendendoci disponibili da sempre in tal senso”.