Entrare nel “dietro le quinte”, ovvero in una delle case del sito archeologico di Pompei che non rientrano nei percorsi regolarmente aperti al pubblico – alcune perché sono in corso lavori di manutenzione e restauro, altre perché spazi angusti o decori delicati non permettono un’apertura permanente. Dal 14 febbraio e fino al 31 marzo. Dalle 14,00 alle 16,00
Entrare nel “dietro le quinte”, ovvero in una delle case del sito archeologico di Pompei che non rientrano nei percorsi regolarmente aperti al pubblico – alcune perché sono in corso lavori di manutenzione e restauro, altre perché spazi angusti o decori delicati non permettono un’apertura permanente. Per consentirne l’accesso al pubblico, il Parco archeologico ha ideato un progetto di “fruizione dinamica”.
Fino al 31 marzo – e poi secondo un programma periodico – ogni giorno della settimana sarà possibile visitare, in maniera straordinaria e accompagnati dal personale del Parco, una casa attualmente non fruibile.
Tra le domus che si potranno visitare, ce ne sono alcune restaurate in anni recenti nell’ambito del Grande Progetto Pompei e aperte prima della pandemia, ma anche abitazioni chiuse da molto tempo, come la casa di Sulpicius Rufus, meglio nota come la casa del Porcellino, o la casa degli Archi, dove sono in corso nuovi scavi, promossi dall’università di Bologna su concessione del Parco archeologico.
Il progetto si rivolge a tutti i visitatori, ma soprattutto agli appassionati che trascorrono un’intera giornata negli scavi e ai possessori della My Pompeii card, a cui si offre un’occasione per tornare nel sito.
Il pubblico potrà accedere ad ambienti riservati, in questi casi, agli addetti ai lavori, e rendersi conto anche delle continue necessità di intervento che ciclicamente richiedono le strutture archeologiche.
Lunedì 14 febbraio alle ore 11,00 presso la Casa dell’Ara Massima il Direttore generale Gabriel Zuchtriegel presenterà l’iniziativa e le domus incluse nel programma.
Il calendario di aperture straordinarie avrà inizio il 14 febbraio, giorno di San Valentino proprio con la casa dell’Ara Massima, che richiama in più modi il tema dell’amore, dall’affresco di Narciso perso nella sua immagine alla raffigurazione della dea della Luna Selene, innamorata del giovane pastore Endimione, eternamente addormentato per l’intervento di Zeus, cosicché Selene lo possa contemplare tutte le notti.
Tra le case in scena, oltre alla casa degli Archi e quella del Porcellino, la casa della Fontana Piccola con la preziosa fontana rivestita di mosaici colorati e conchiglie e ornata da statue bronzee, la Casa dell’Adone Ferito, con il grande quadro dipinto nel giardino di Adone morente ed Afrodite, la Casa dell’Ancora con il caratteristico giardino sottoposto e la casa dell’Orso Ferito che deve il suo nome al bel mosaico con un orso ferito posto all’ingresso, che all’iscrizione di saluto “HAVE” con cui il proprietario accoglieva i suoi ospiti.
“Ai percorsi consueti – spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – aggiungiamo una serie di monumenti aperti a turnazione, un po’ come se fossimo un teatro che presenta un programma per la stagione. Ciò consentirà al pubblico di farsi anche un’idea della complessità del lavoro che si svolge quotidianamente in un grande sito archeologico, dalla manutenzione alla ricerca, e che normalmente rimane invisibile ai visitatori.”
Le case apriranno secondo il seguente calendario dalle ore 14,00 alle 16,20 (ultimo ingresso ore 16,00). Il personale di accoglienza del Parco sarà disponibile per fornire le principali informazioni ai visitatori. Per una visita completa all’area archeologica è possibile richiedere il servizio visite guidate presso la postazione agli ingressi di Porta Marina e Piazza Esedra, con le guide abilitate.
Non è necessaria prenotazione, ma sarà effettuato contingentamento agli ingressi in caso di sovraffollamento.
CALENDARIO CASE:
Lunedi: casa dell’Ara Massima
Martedì: casa dell’Ancora
Mercoledì: casa dell’Adone Ferito
Giovedì: casa della Fontana Piccola
Venerdì: casa del Porcellino
Sabato: casa degli Archi
Domenica: casa dell’Orso ferito