Scuole chiuse: è braccio di ferro Governo-De Luca

Palazzo Chigi è pronto ad impugnare l’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca campano con un passaggio nel prossimo consiglio dei ministri

Foto tratta da urbanpost.it

Redazione – Sulle scuole chiuse è braccio di ferro Governo-De Luca.

Palazzo Chigi è pronto ad impugnare l’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca con un passaggio nel prossimo consiglio dei ministri.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, chiarisce senza mezzi termini che la linea governativa non cambia: “Il governo ha scelto di tutelare il più possibile la scuola, come presidio fondamentale per la nostra comunità. E quindi l’indirizzo è e resta: scuola in presenza e in sicurezza. Non vogliamo che siano i più piccoli, i nostri figli, a pagare il prezzo di questa nuova fase epidemica”. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ribadisce che “la scuola riaprirà in presenza e in sicurezza” e continua: “Noi siamo molto attenti come sempre alle voci che ci vengono dal Paese ma anche alle tante voci che ci dicono che la scuola deve essere in presenza. Abbiamo fatto un dispositivo graduato che permette di cogliere tutte le esigenze delle diverse parti del Paese”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Ci sono le condizioni perché la scuola possa ripartire in sicurezza”, dice, spiegando che è stata fatta una attenta valutazione della situazione del sistema scolastico da parte del Cts, della cabina di regia e del governo, e sono state aggiornate le regole per gli isolamenti e le quarantene. Poi prosegue: “Ci sarà certamente un incremento dei casi di positività, ci saranno classi che andranno in didattica a distanza, anche perché nella fascia di età under 19 la percentuale di vaccinati è più bassa, ma nel complesso il Governo ha ritenuto che le nuove regole possano rendere sostenibile il ritorno in classe in presenza”.

Sulla questione intervengono chi doveva essere interpellato, ossia i presidi, che invece non lo sono stati, come asserisce Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Il governo non si è consultato con noi. Abbiamo incontrato il ministro il 4 gennaio ed in quell’occasione io ho ritenuto opportuno dirgli che sarebbe stato meglio rimandare di qualche settimana il rientro in presenza”.

Infatti nelle “due settimane si potrebbe alzare la percentuale di alunni vaccinati, si potrebbe organizzare la distribuzione di mascherine Ffp2 e organizzare sul territorio una campagna di testing degna di questo nome”.

Lo stesso Giannelli sottolinea che “il nostro Ssn non è in grado di assicurare il tracciamento nei tempi previsti, soprattutto con tutti questi contagi. Se stiamo 2-3 settimane in dad non succede nulla, c’è una demonizzazione della dad che è senza senso. Capisco che il governo abbia la sola preoccupazione delle persone che per lavorare hanno bisogno di lasciare i figli a qualcuno. La scuola viene considerata solo un servizio sociale, tutto il resto è contorno e marginale. La scuola ha anche questa funzione, ma non può ridursi solo a questo”.

GiSpa