Scuole chiuse Campania: Tar ha respinto ricorso delle mamme

L’istanza di misure cautelari monocratiche era stata proposta da un gruppo di genitori e dal Codacons Campania contrari all’ordinanza del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca

 

Redazione – Sulla questione delle scuole chiuse il Tar ha respinto ricorso delle mamme.

L’istanza di misure cautelari monocratiche era stata proposta da un gruppo di genitori e dal Codacons Campania contrari all’ordinanza del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha chiuso gli istituti sospendendo la didattica in presenza dall’1 al 14 marzo.

Come riferisce il Tar che “l’istanza di misure cautelari monocratiche appare riferita a un quadro giuridico e fattuale databile al mese di gennaio 2021, mentre l’ordinanza regionale n. 6 del 27 febbraio 2021 risulta esplicitamente adottata alla luce di un quadro epidemico (quanto meno) in corso di mutazione”. L’ordinanza emanata dal governatore “appare non irragionevolmente improntata al principio di cautela nel bilanciamento di due interessi di rango costituzionale, salute ed istruzione”, considerato “che costituisce fatto notorio la diffusione delle cosiddette varianti del virus Covid-19 connotate da maggiore diffusività nella popolazione anche più giovanile, e che su tale circostanza risultano incentrate le valutazioni della Unità di crisi regionale”.

Il vice segretario nazionale del Codacons Campania, Matteo Marchetti, sottolinea che “il Tar Campania ha respinto non i ricorsi, ma le istanze di misure provvisorie e urgenti anteriori alla causa ex art.61 Cpa del Codacons e dei genitori di figli che frequentano tutti I livelli scolastici dal nido alle superiori. Tale sospensione non pregiudica il ricorso che sarà comunque proposto nei termini con misura cautelare”. Inoltre afferma ancora con fermezza: “Non verranno tollerati comunicati che riportano notizie inesatte da parte di chiunque, volte a screditare l’operato del Codacons, che sta affiancando le famiglie in questa eccezionale situazione emergenziale aggravata dalla impossibilità di usufruire persino dei servizi educativi dell’infanzia e per l’infanzia (servizio integrato 0-6 anni), che saranno tutelate nelle sedi opportune”.