Turismo, a Pompei primo maggio di protesta

Dagli imprenditori che gestiscono le strutture ricettive ai lavoratori stagionali, dagli chef stellati agli operatori del trasporto turistico

Foto tratta da madeinpompei.it

Redazione – Un primo maggio di protesta da parte degli operatori del turismo.

Dagli imprenditori che gestiscono le strutture ricettive ai lavoratori stagionali, dagli chef stellati agli operatori del trasporto turistico.

Sono scesi in piazza nella mattina della giornata della Festa dei lavoratori, per far sentite la loro voce, quella di un comparto che in Campania prima della pandemia era uno degli elementi trainanti dell’economia regionale. Prima dell’avvento del Covid-19, come riporta un’analisi effettuata dall’istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del consiglio nazionale delle ricerche e presentata alla Borsa Mediterranea del turismo di Napoli nel 2019, nel 2018 gli arrivi e le presenze sono aumentati del 7,7% e del 3,3%, che in valore assoluto corrispondono rispettivamente a circa 6.075 milioni e 21.132 milioni.

Le cinque piazze turistiche per eccellenza della Campania: Pompei, Sorrento, Capri, Amalfi ed Ischia, hanno alzato la loro voce con un presidio nella piazza dove è situato il santuario dedicato alla Vergine del Rosario, e dove è anche situato il Comune pompeiano. Il messaggio contenuto in un volantino era questo: “Salviamo la stagione, che nessuno resti indietro”, che hanno portato nella città Mariana quasi 150 operatori del settore turistico delle cinque città della Campania: ripartenza sicura, certezza sui ristori e campagna vaccinale gli argomenti principali.

Tanti gli striscioni, ed in qualcuno si leggeva: “Inglesi, americani e tedeschi aspettano segnali credibili per venire da noi. Diteci pubblicamente cosa state facendo! Senza vaccini non si lavora: dateci i vaccini (organizzeremo noi il resto)”. E poi: “Chiusure alle ore 23 e poi alle 24? Si può fare, applicando controlli rigidi e sanzioni severe” e “Che a morire sia il Covid, non il lavoro”.