Un calvario per le fisioterapie, ecco la denuncia

A farla è Gigi Salvi, 47enne costretto sulla sedia a rotelle da una rara forma di amiotrofia, in un video su Facebook

L'immagine può contenere: Gigi Salvi, con sorriso, spazio all'aperto
Foto tratta dal diario di Facebook di Gigi Salvi

Piano di Sorrento – Una denuncia del calvario per sottoporsi alle fisioterapie a farla è Gigi Salvi, 47enne costretto sulla sedia a rotelle da una rara forma di amiotrofia, in un video su Facebook. 

Tanto tempo per essere visitato dal neurologo, circa due mesi, ancora delle ore per prenotare la consegna dei documenti all’ufficio e delle altre per iniziare la cura.

Gigi Salvi, costretto da questa rara forma di amiotrofia su una sedia a rotelle, tramite il noto social denuncia che deve affrontare tre sedute di fisiokinesiterapia e due di fisioterapia respiratoria, e per farle deve esibire la prescrizione della visita neurologica che gli scrive il medico di base. Per cui trascorrono all’incirca due mesi dal momento della prenotazione al giorno in cui Gigi viene visitato dallo specialista dell’Asl. È questo è il primo calvario, il secondo arriva quando a lui gli viene rilasciata la prescrizione per la fisioterapia che deve consegnare al centro specializzato, la porta e dopo qualche giorno gli viene comunicata la disponibilità e gli si restituisce il documento per il quale è richiesto l’ok definitivo da parte dell’ufficio riabilitazione dell’Asl. Al distretto sanitario, a Sant’Agnello, si rivolgono decine di pazienti, ed allora “…per ottenere l’approvazione della terapia devo affrontare una fila di almeno tre ore”, spiega Salvi. E siccome che sono molte le persone che vi si rivolgono, gli operatori dell’Asl, nelle tre volte della settimana che esse ci vanno, distribuiscono 30 biglietti numerati sulla base dei quali si stabilisce l’ordine per consegnare i documenti all’ufficio. Ma accade che per evitare delle discussioni chi di è primo, scrivono su un foglio il loro orario di arrivo, ma per l’Asl “la pratica di segnare i nominativi è illegale. Ma quando non ci è stata data la possibilità di farlo, i carabinieri sono stati costretti ad intervenire perché le persone tentavano di superarsi a vicenda”, afferma Gigi Salvi. Il terzo calvario è quando lui dopo essersi rivolto all’ufficio ed aver atteso almeno un’altra settimana per ritirare la prescrizione vidimata dall’Asl, può cominciare le fisioterapie. Ma non è finita qui perché c’è il rischio che trascorrano giorni, nel caso in cui il centro si rivolge sia oberato di lavoro. In conclusione: “È vergognoso che un paziente affetto da una patologia conclamata sia costretto ad affrontare una simile trafila a causa della burocrazia. Anche chi non è malato deve denunciare questi disservizi e far valere il diritto alla salute”.