Usura, ferma la condanna del sindaco Buonocore

Sui fatti che sono accaduti a Vico Equense dove piccoli imprenditori sono dovuti ricorrere a questo mezzo

 

Vico Equense – Arriva la ferma condanna del sindaco Buonocore sui fatti di usura che sono accaduti nella sua città.

Piccoli imprenditori sono dovuti ricorrere a questo mezzo anche a causa della pandemia che ha messo in ginocchio le loro attività, e con tutto quello che avevano da pagare, purtroppo si sono rivolti a quelle persone che nei giorni scorsi sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Sorrento.

Nella  sua diretta sulla sua pagina di Facebook arriva la condanna è dura e ferma da parte del primo cittadino equense: “Dura condanna che ribadisco essere mia personale con fermezza e dell’intera amministrazione per i fatti che hanno portato agli arresti di qualche giorno fa”. Inoltre ha ringraziato sia il comandante della stazione dei carabinieri di Vico Equense, il maresciallo Giuseppe Giudice, e sia il comandante della Compagnia di Sorrento, il capitano Ivan Iannucci, ed ha espletato la piena collaborazione sua e della  sua amministrazione.

La sua città, Vico Equense, sottolinea fermamente che è la “città del bello, è la città della gente onesta e lavoratrice, e la città del gusto, della gente che vuole vivere serena e dove si deve levare forte il nostro grido contro questi atteggiamenti che non appartengono alla nostra cultura e tradizione”.

È accaduto che ha causa del Covid-19 piccoli imprenditori sono dovuti ricorrere agli usurai, poi l’atteggiamento collaborativo di alcune vittime, ha consentito agli inquirenti di ricostruire i meccanismi dei prestiti usurari. Dalle indagini svolte è emersa la situazione di grave difficoltà economica delle persone finite nelle mani degli strozzini, le cui attività commerciali erano state duramente colpite dagli effetti causati dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, che le hanno indotte a rivolgersi agli attuali indagati per ottenere prestiti a tassi usurari.

Sono così scattati gli arresti per sei persone (quattro uomini e due donne), per cinque di loro è scattato l’arresto e per una sesta l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, e vari sequestri che hanno portato al valore complessivo di 450milòa euro.