Vico Equense, CP: pescatori di datteri denunciati

Avevano agito nella zona marittima della costa di Seiano, tutta l’attrezzatura e l’imbarcazione che era priva di documenti

 

Prosegue incessante l’attività di indagine sul territorio di giurisdizione della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia finalizzata a perseguire e debellare l’attività posta in essere da una vera e propria organizzazione dedita al fenomeno criminis della pesca di frodo ed il commercio della specie protetta dattero di mare (Litophaga – litophaga).

Alle prime ore del mattino, personale militare della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, accertava la presenza in località Seiano del Comune di Vico Equense, nei pressi del tratto di costa denominato “delle Calcare” di un’imbarcazione di colore arancione che in modo sospetto navigava verso la costa con tre individui a bordo e cercavano di ormeggiare nei pressi dei luoghi descritti.

All’Alt dei militari della Guardia Costiera che ha fatto scattare il blitz, uno dei soggetti gettava in acqua due retini contenenti datteri di mare mentre gli altri che venivano bloccati cercavano di occultare altra borsa, all’interno della quale i militari rinvenivano occultati grossi martelli a doppia punta, pinze dalle punte fini e i c.d. “cuoppi”. Venivano, altresì, rinvenute autorespiratori scarichi (privi di matricola e collaudo), mute da sub ancora bagnate ed appositi caschetti opportunamente modificati per alloggiare torce.

In buona sostanza tutta l’attrezzatura utilizzata per la pesca di frodo del dattero di mare, che si sostanzia nella rottura della roccia con gli appositi martelli a doppia punta e con il successivo prelevamento dallo scoglio ormai distrutto del dattero di mare con le apposite pinzette. Tale illecita attività produce un vero e proprio danno ambientale, creando una desertificazione dei fondali e la distruzione dell’habitat di scogliera che risulta irreversibile.

Deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, per gli adempimenti di rito nell’immediatezza venivano sottoposti a fermo di polizia giudiziaria ed accompagnati presso il Comando della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, dove gli venivano contestati tutti gli addebiti del caso, ed una serie di reati tra cui spiccano la ricettazione, il danneggiamento ambientale e minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, atteso che durante le fasi concitate del controllo e del sequestro i soggetti fermati hanno posto in essere condotte minacciose nei confronti dei militari operanti.

Al termine delle operazioni, oltre a tutta l’attrezzatura rinvenuta utilizzata dai soggetti identificati per la raccolta di frodo del dattero di mare, veniva posta sotto sequestro anche l’imbarcazione con motore fuoribordo usata per l’attività illecita che risultava priva di documenti, assicurazione e certificato d’uso del motore.

“L’attività di indagine e controllo del territorio continuerà incessantemente fino al totale smantellamento di questa organizzazione criminale che sta devastando i fondali di tutta la costiera sorrentina, ricompresa nel Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia. Obiettivo del Comando della Capitaneria di Porto è quello di garantire l’affermazione del principio di legalità, al fine di tutelare la nostra bellissima costa. Ci sono fondati motivi per ritenere che i pescatori di frodo abbiano deciso di allontanarsi da Castellammare di Stabia, da dove fino a qualche tempo fa partivano e rientravano con le loro imbarcazioni, forse proprio a causa dell’incessante attività di controllo e repressione messa in atto dalla Guardia Costiera Stabiese, ed abbiano iniziato ad usare per la partenza e il rientro altri porti/accosti della Penisola Sorrentina, pensando -erroneamente- di sottrarsi ai controlli ed evitare denunce e sequestri.” sono state le parole del Comandante della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, capitano di fregata Ivan Savarese.