Campania, De Luca: “Lockdown o casse da morto”

Senza mezzi termini e peli sulla lingua continua che “in ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”

Foto tratta da progettonazionale.it

Redazione – Quello nella diretta su Facebook è un governatore De Luca Senza senza mezzi termini e peli sulla lingua: “Lockdown o bare”.

I numeri dei contagi che stanno aumentando vertiginosamente e non fanno presagire nulla di buono, per cui rivolgendosi anche il governo, dice: “I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. E’ necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali (industria, trasporti, agricoltura, agro-alimentare, edilizia). È indispensabile bloccare la mobilità fra regioni e intercomunale”.

Con i 2.280 nuovi casi positivi nella Regione, ma anche in tutta la Nazione: “Siamo ad un passo dalla tragedia”, ed avverte: “Se dobbiamo chiudere, meglio oggi”.

Se a livello nazionale non ci sarà un’azione decisa e senza mezzi termini: “Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”. Lo stesso pensa che ormai sia venuto il tempo di mettere in pratica “una chiusura totale per 30/ 40 giorni”, e come esempio fa quello della Germania dove “si chiude per un mese per spegnere i focolai, poi se la situazione lo consente si riapre”.

Se passano ancora dei giorni non ci sarà più nulla da fare: “Ogni giorno che passa rischia di aggravarsi in maniera insostenibile l’epidemia. Non c’è un minuto da perdere. Dobbiamo decidere oggi, non domani, non fra una settimana, non abbiamo più tempo da perdere”.

E comunicherà la sua “richiesta al governo di lockdown in tutta Italia, ma in Campania dobbiamo chiudere tutto tranne le attività essenziali. Dobbiamo fare quello che abbiamo fatto a marzo tentando di difendere le attività produttive”.

Non desidera arrivare a far transitare dei camion militari che trasportano delle bare, come è stato tra marzo ed aprile. “Abbiamo una situazione pesante, siamo a un passo dalla tragedia. Non voglio trovarmi di fronte ai camion militari che portano centinaia di bare”.

Ai campani, De Luca chiede: “Sentitevi solo esseri umani, senza distinzioni politiche né ideologiche, impegnati a difendere la vita dei propri figli e delle proprie famiglie. Il resto non conta nulla”. Oltre a sciorinare i dati del 23 ottobre: 2.280 contagiati, rivendica un “risultato miracoloso da difendere con i denti”, quello del minor numero di vittime: “Nove morti ogni centomila abitanti, 169 in Lombardia”.

La situazione è grave e chissà come “oggi reggiamo grazie allo spirito di sacrificio ma nel giro di pochi giorni rischiamo di avere le terapie intensive intasate. Ricordate la campagna di sciacallaggio di mesi fa, quando ci contestavano di aver aperto gli ospedali modulari senza malati? Il virus li ha accontentati, abbiamo 120 posti di terapia intensiva. Ma non basterà. Nel giro di pochi giorni non reggeremo. Saranno garantite le prestazioni salvavita ma le cose secondarie vanno evitate. Anche i pazienti positivi con solo una linea di febbre non possono stare in ospedale. Chiedo ai medici di medicina generale di aiutarci a filtrare i pazienti con pochi sintomi che devono restare in isolamento domiciliare. Dovremo coinvolgere le strutture private, con convenzioni ad hoc, per dedicare le strutture pubbliche ai pazienti più gravi”.

Ha anche parlato dei tamponi che vengono effettuati sia nei laboratori pubbliche che privati, ma i tempi sono troppo lunghi per i risultati, bisogna dare il numero del cellulare  per inviare nel giro di dodici ore il risultato dei tamponi.

Sulla questione della scuola ha detto che non sono state chiuse, ma il livello del contagio determina cosa chiudere, le priorità sono dettate dal numero di contagi, non dagli ideologismi, e per quel che riguarda le elementari riprenderanno le lezioni in presenza, solo se le condizioni lo consentiranno.

Nel finale della sua diretta di Facebook, conclude così: “Cerchiamo di affrontare questa situazione da uomini. Una parola che non si usa più e che non userei per uno dei nostri ministri”.

GiSpa