Sequestrata azienda per scarico di vernice del Sarno e nel sottosuolo

La ditta opera nel settore della produzione/lavorazione e successiva verniciatura delle plastiche e dalle indagini svolte dai carabinieri del Noe di Napoli in collaborazione dell’Arpac, è stato accertato il grave inquinamento della matrice suolo e della falda acquifera

Redazione – A Pompei è stata sequestrata azienda per scarico di vernice del Sarno e nel sottosuolo

La ditta opera nel settore della produzione/lavorazione e successiva verniciatura delle plastiche e dalle indagini svolte dai carabinieri del Noe di Napoli in collaborazione dell’Arpac, è stato accertato il grave inquinamento della matrice suolo e della falda acquifera.

Nella mattina del 12 gennaio i carabinieri per la Tutela Ambientale di Napoli, hanno proceduto al sequestro di un’azienda, ubicata a Pompei, dando esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, ed il legale rappresentante la ditta è ritenuto responsabile dei reati di inquinamento ambientale e scarico abusivo di reflui industriali.

Le indagini svolte dai carabinieri del Noe di Napoli, che si sono avvalsi della collaborazione tecnica dell’Arpac, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno permesso di accertare che le attività di una  ditta operante nel settore della produzione/lavorazione e successiva verniciatura delle plastiche, si sarebbe svolta in violazione della normativa ambientale in materia di scarico dei reflui nei corsi d’acqua e di gestione dei rifiuti, con conseguente grave inquinamento della matrice suolo e della falda acquifera.

Nello specifico i militari del Noe di Napoli, nel corso di reiterati controlli, hanno accertato che le acque di dilavamento dei piazzali, ove erano abusivamente stoccate vernici coloranti e varie tipologie di rifiuti da smaltire, confluivano in alcune griglie di raccolta, la cui destinazione finale risultava essere costituita da 2 pozzi a dispersione nel sottosuolo. Quanto allo stato della qualità delle acque reflue, i risultati biologici delle analisi Arpa hanno palesato elevate concentrazioni di idrocarburi pesanti, che, presentando scarsa solubilità in acqua, provocavano l’accumulo delle stesse nel sottosuolo con gravi effetti tossici.

Le indagini chimico – fisiche sui pozzi in questione hanno evidenziato la contaminazione, derivante appunto dal dilavamento di sostanze pericolose, a causa del deposito incontrollato e dell’abbandono di rifiuti urbani indifferenziati e speciali, anche pericolosi, su aree non pavimentate, della stessa matrice suolo/sottosuolo e, circostanza ancor più grave, delle acque di falda, il cui lento deflusso avveniva verso l’alveo del fiume Sarno e dunque verso il mare.

I militari del Noe, inoltre, hanno potuto accertare, quale elemento sintomatico della assoluta mancanza di sensibilità per la tutela dell’ambiente da parte dell’indagato, che, nonostante le prescrizioni già impartite a seguito di un precedente controllo, nel cui contesto erano state ravvisate analoghe violazioni, alle stesse non era stato dato alcun seguito.

Il provvedimento cautelare reale odierno, resosi necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante e del fiume Sarno, si inserisce in una più ampia  ed  articolata  attività  investigativa condotta in modo capillare  dai carabinieri del gruppo di Napoli del comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, avvalendosi della collaborazione tecnica dell’Arpac, e tutt’ora in corso di svolgimento, sotto il coordinamento  della  Procura  della  Repubblica  di Torre Annunziata,  finalizzata  ad  accertare  e a rimuovere  le cause dell’inquinamento del fiume Samo e dei suoi tributari, avente ad oggetto le aziende ubicate nel territorio del bacino idrografico  di detto corso d’acqua, al fine di individuare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente e indirettamente nel fiume Sarno ed interrompere le attività illecite che influiscono sullo stato di salute di tale corso d’acqua, senza, peraltro, trascurare il rilevante impatto negativo sullo stesso, provocato dagli scarichi fecali di alcuni Comuni, tuttora  privi di rete fognaria e/o non ancora collettati ai depuratori esistenti.

La suddetta attività investigativa ha condotto sinora, per la sola Procura di Torre Annunziata, all’effettuazione di 298 controlli (dei quali 158 con esito di non conformità), all’adozione di 46 provvedimenti di sequestro, totale o parziale, di aziende o di impianti produttivi, alla irrogazione di 29 sanzioni amministrative, alla denuncia in stato di libertà di 1 71 persone e all’arresto di 2 persone per una pluralità di reati in materia ambientale, tra cui anche quello di inquinamento ambientale, a fronte di un totale complessivo, riferito all’intero bacino idrografico del fiume Sarno, comprensivo anche delle attività coordinate dalla Procure della Repubblica di Avellino e Nocera Inferiore,  di 535 controlli  (279 dei quali con  esito non  conforme),  90  provvedimenti  di  sequestro, totale  o parziale, di aziende o di impianti produttivi, 84 sanzioni amministrative irrogate, 312 persone denunciate in stato di libertà e 7 persone arrestate per una pluralità di reati in materia ambientale.