Pendolaria 2022, Circum tuttora la peggiore tra le linee ferroviarie

In Campania – segnala Legambiente – pesa ancora l’anzianità del parco rotabile di EAV (ex Circumvesuviane, Sepsa e MetroCampania NordEst) con 25,4 anni di media, contro i 17 anni per Trenitalia

Una situazione di incertezza quella in cui si trova da decenni il sistema del trasporto pubblico in Campania, aggravata, in negli ultimi due anni, dalle limitazioni imposte dalla pandemia del Covid-19 con disagi dovuti al sovraffollamento dei treni e ai tagli al servizio per la malattia del personale. Ma anche un anno in cui si è tornato a parlare di investimenti e riforme, grazie alla visione di Next Generation EU e alle ingenti risorse previste dal Recovery Plan – approvato dal governo Draghi – per le infrastrutture ferroviarie e il sistema della mobilità, da realizzare entro il 2026. Negli ultimi dieci anni si sono ampliate le differenze tra le aree del Paese per la ineguale qualità del servizio. Dal 2009 gli spostamenti nazionali in treno sono aumentati complessivamente di 46 mila passeggeri al giorno, ma con grandi differenze. Quelli sull’alta velocità sono cresciuti del 114%, mentre quelli sugli Intercity sono diminuiti del 47%, perché, se l’offerta dei primi è cresciuta, quella dei secondi si è ridotta. Tra regioni che registra un notevole calo c’è la Campania (-43,9%), che aveva toccato il picco di 467.000 viaggi nel 2011 a circa 262.000 nel 2019. Tanti i disagi che hanno vissuto i pendolari e gli studenti, per autobus e treni sovraffollati, in particolare sulle linee che da anni sono le peggiori d’Italia come la Circumvesuviana dove anche lo scorso anno si sono verificati guasti ai treni che hanno costretto studenti e lavoratori a raggiungere la stazione di destinazione a piedi, camminando sui binari. In molti altri casi sono state decine le soppressioni giornaliere dovute alla mancanza di personale causa Covid-19, ma su queste linee la situazione era già drammatica per treni vecchi, stazioni in condizioni di degrado e il taglio dei treni avvenuto in questi anni (-10,9% rispetto al 2010).

Qualcosa si muove in Campania, dopo i pesanti tagli effettuati in passato, continuano gli investimenti per rinnovare il parco rotabile, con 177 milioni arrivando allo 0,84% del bilancio. Questa l’istantanea scattata dal Rapporto Pendolaria 2022 di Legambiente, nell’ambito della campagna itinerante Clean Cities, che farà tappa in 17 capoluoghi italiani per promuovere una nuova mobilità urbana sostenibile. Focus sul nuovo scenario di investimenti previsti in Italia, per capire quanto possano essere davvero decisivi per ridisegnare, in chiave sostenibile, gli spostamenti all’interno della penisola e nelle isole.

Complessivamente – in Campania sono 251 i treni in servizio sulla rete regionale, con una età media dei convogli in circolazione di 20,7 anni, con il 65,8% dei treni con più di 15 anni di età. In Campania – segnala Legambiente – pesa ancora l’anzianità del parco rotabile di EAV (ex Circumvesuviane, Sepsa e MetroCampania NordEst) con 25,4 anni di media, contro i 17 anni per Trenitalia.

Per capire le ragioni di inquinamento, traffico e numero di auto in circolazione nelle città bisogna guardare alle infrastrutture presenti nelle città italiane, a confronto con quelle di altri Paesi europei. La dotazione di linee metropolitane si ferma a 248,9 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (675,9 km), Germania (656,5) e Spagna (613,8). Basti dire che il totale di km di metropolitane in Italia è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee. Spostando il confronto sui km di metro a disposizione dei cittadini di alcune città europee le realtà italiane siano decisamente indietro. I km di metro ogni 100mila abitanti di Napoli, ad esempio, si fermano ad 1,50 , rimanendo lontanissimi da altre Capitali quali Madrid (4,48), Berlino (4,28) e Londra (3,89). Ovvia mente, in parallelo, un discorso simile vale per la quantità di stazioni presenti, Napoli con 1,2 ogni 100 mila abitanti non regge il confronto, piazzandosi dopo Berlino, Madrid e Barcellona, Milano e Roma.

“Il PNRR – dichiara Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania – rappresenta la grande novità del 2021 con risorse senza precedenti per gli interventi sulla rete ferroviaria. Un’occasione fondamentale per la Campania per un cambiamento di rotta nell’efficienza ed efficacia del trasporto pubblico. Si devono creare le condizioni per i cittadini di spostarsi in treno e trasformare il far west quotidiano, tra ritardi, sporcizia e poca sicurezza, in un piacevole e incentivante servizio bello, pulito e sostenibile. In questi mesi di pandemia lo abbiamo visto: è aumentata la predisposizione a spostarsi in bici e a piedi da parte delle persone e la riorganizzazione del lavoro produrrà una prevedibile riduzione degli spostamenti pendolari. Una volta garantita una diffusa vaccinazione, se riusciremo a rendere competitivo il trasporto ferroviario urbano e metropolitano, integrato con TPL e shared mobility, le nostre città potranno diventare più vivibili ed accessibili, con vantaggi per l’economia e il turismo nazionale e internazionale (sempre più in cerca di qualità dell’offerta)”