Bicentenario della nascita di Meta

Il 14 dicembre si terrà nella sala consiliare la conferenza intitolata La nascita del Comune di Meta – Un desiderio di autonomia alimentato dallo sviluppo economico

Meta – Il prossimo 31 dicembre si festeggerà il bicentenario della nascita del Comune costiero. L'immagine può contenere: testo

Il 14 dicembre, alle ore 11.00, si terrà nella sala consiliare la conferenza intitolata “La nascita del Comune di Meta – Un desiderio di autonomia alimentato dallo sviluppo economico“.

Inoltre sarà inaugurata la mostra sulla storia della separazione dal Comune del Piano di Sorrento, curata da Dina Pepe insieme al Direttore artistico del Bicentenario Andrea Fienga.

Interverranno il sindaco Giuseppe Tito, il consigliere delegato alla Cultura Biancamaria Balzano, l’evento sarà moderato dal direttore artistico del Bicentenario Andrea Fienga.
L’Ensemble “Santa Maria delle Grazie” accompagnerà l’iniziativa.

La storia del paese è strettamente legata a quella della Penisola e dell’intero Regno di Napoli. Si fa risalire la fondazione di Meta all’incirca al VII secolo d.C. Nel IX secolo i metesi avevano un’ottima marina mercantile e frequentavano i porti dell’Oriente, compresi quelli della Palestina. Si può quindi pensare che fossero devoti alla Madonna del Taborre, la cui statua poi fu trasportata a Meta. In seguito ad un’apparizione divina fra rami di alloro, la santa prese il nome di Madonna del Lauro. La tradizione paesana colloca l’apparizione della Madonna dove oggi sorge la basilica ad essa dedicata.

Sotto la dominazione aragonese, re Ferdinando emanò nell’anno 1491 un decreto detto “capitolo”, in cui si stabiliva che Sorrento doveva amministrare la città entro le sue mura ed il territorio che comprendeva i due paesi confinanti: Piano e Meta; da questo si deduce che solo da quella data i Metesi ebbero un’effettiva rappresentazione nel governo sorrentino.

In epoca medievale Meta e Piano di Sorrento erano riunite in un unico comune e mal sopportavano la presenza della nobiltà sorrentina che non solo li gravava di tributi, ma le opprimeva anche politicamente, quasi negando loro la partecipazione al parlamento ed imponendo le sue leggi ed ordinanze comunali. Durante la grande invasione saracena del 1541, Meta conobbe unitamente a Sorrento e Massa, assedi, eccidi ed incendi, ma valorosamente affrontò le navi dei nemici che cedettero solo dopo una estenuante battaglia.

Nel 1656 la peste colpì Napoli e si diffuse anche a Meta dove fece moltissime vittime. A questo periodo risale il cantiere navale Alimuri la cui costruzione pare risalga al 1650. A partire dal 1734 i Borbone diventano i nuovi sovrani del Regno di Napoli. In seguito alla caduta dei Borbone, Meta entra a far parte del Comune di Sorrento. Nel 1819 Meta era diventata autonoma; tale autonomia durò fino al periodo fascista: nel 1927 si riunì a Sorrento insieme ai comuni di Piano e di Sant’Agnello, formando un Comune unico, la “Grande Sorrento”. Dal 1946 è ritornata ad essere comune indipendente.

Dopo l’iniziativa escursionistica “Insolite Vedute Metesi”, che ha visto la massiccia partecipazione di cittadini in cammino alla scoperta delle antiche vie di comunicazione e dei segni lasciati dal tempo sui sentieri locali, ora è la volta dei documenti ufficiali e delle straordinarie dinamiche che hanno accompagnato la data divenuta simbolo d’indipendenza.

In esposizione atti, lettere, registri, testi, piantine, rapporti e immagini che fotografano la quotidianità dei metesi 200 anni fa con le categorie professionali legate al mare, le profonde trasformazioni che hanno solcato i decenni, i sistemi di tassazione e di catasto, la geografia e i mestieri, le dominazioni e le ricchezze, gli organi amministrativi e le personalità di spicco dell’epoca. Un percorso, articolato e affascinante, che durò circa sei mesi nei palazzi del potere, facendo appello alla “Legge portante la circoscrizione amministrativa delle province del Regno di Napoli” del 1 maggio 1816 n. 360, e che portò fino all’indipendenza il giorno 31 dicembre 1819. «È una data che per noi metesi non può passare inosservata – scrive il Sindaco Giuseppe Tito nel messaggio di benvenuto alla mostra – In 200 anni di vita amministrativa sono molte le attività e le opere svolte dai Consigli comunali che si sono succeduti e che hanno portato a quello che è il nostro paese, ma con questa mostra vogliamo focalizzarci sui fautori e sui documenti che hanno portato alla costituzione del Comune autonomo. Non resta che invitare tutta la cittadinanza, e non solo, ad andare indietro nel tempo e scoprire cosa successe duecento anni fa».

GiSpa