Prima una vasca da bagno, poi dei new jersey e dopo anche un frigorifero, aspettando il momento che passasse un treno, ma stavolta mentre danneggiavano quello che ce credevano fossero telecamere, e invece erano sensori di una linea aerea, sono stati bloccati. Le parole di Umberto De Gregorio
Redazione – Sono stati fermati dei ragazzini per gli oggetti messi sui binari a Pompei.
Prima una vasca da bagno, poi dei new jersey e dopo anche un frigorifero, aspettando il momento che passasse un treno, ma stavolta mentre danneggiavano quello che credevano fossero telecamere, e invece erano sensori di una linea aerea, sono stati bloccati dagli agenti della Polizia della cittadina mariana.
Tre ragazzini di 16, 15 e 13 anni, sono finiti nelle grinfie dei poliziotti, che erano appostati nella zona di via Crapolla, nei pressi del passaggio a livello, nella giornata del 14 marzo mentre stavano compiendo un’altra loro ‘opera’, quella di distruggere le telecamere, ma invece erano i sensori della linea aerea.
Si sono giustificanti dicendo che “Quando i giornali ne hanno parlato ci siamo gasati, è stata come una scarica di adrenalina”. Così hanno continuato nella loro ‘opera’ ma stanotte i tre minorenni hanno cercato di scappare, ma sono stati inseguiti ed acciuffati nelle campagne adiacenti ai binari.
Solo quando sono stati fermati hanno capito quello che hanno combinato e del pericolo che hanno creato.
Dovranno rispondere dei reati di danneggiamento ed di attentato alla sicurezza dei trasporti.
Sul fatto il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio, afferma: “Siamo molto soddisfatti della collaborazione istituzionale che ha portato all’arresto dei tre irresponsabili che hanno messo a rischio la sicurezza ferroviaria.
Irresponsabili o delinquenti? Il fatto che si tratti di tre minorenni non può farci essere del tutto tranquilli né clementi. Quello che andrà capito è cosa spinge a gesti così gravi dei ragazzi. Noia? Follia? O cosa?
Mi piacerebbe incontrarli un domani perché anche sul piano umano questa vicenda è veramente inquietante”.
GiSpa