Covid-19 in Campania, De Luca: «Lockdown con 1.000 positivi e 200 guariti al giorno»

«Siamo di fronte a un’aggressione mediatica alla Campania. C’è gente che cerca di nascondere propri limiti o i propri errori appendendosi alla Campania», afferma il presidente della Regione Campania

 

di  Redazione (Fonte ilroma.net)

«Siamo di fronte a un’aggressione mediatica alla Campania. C’è gente che cerca di nascondere propri limiti o i propri errori appendendosi alla Campania. Ce lo aspettavamo, sapevamo che sarebbe stato così, nessun problema». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook. «Ho detto a nostri dirigenti di non farsi distrarre dalle stupidaggini e di pensare a lavorare e ad affrontare i problemi che sono seri» ha aggiunto.

LOCKDOWN. «L’obiettivo a cui dobbiamo puntare in Italia dovrebbe essere avere un equilibrio tra i nuovi contagi e le persone dichiarate guarite. Se c’è l’equilibrio la situazione diventa gestibile, ma se questo equilibrio salta, cioè se dovessimo avere mille contagi e 200 guariti, è lockdown». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook.

«Se hai un incremento in termini assoluti di 800 positivi al giorno – ha aggiunto De Luca – è evidente che arriviamo alla chiusura di tutto. Non vogliamo drammatizzare ma vogliamo semplicemente fare un calcolo numerico».

DECISIONI DRASTICHE. «La mia opinione è che già oggi, forse, siamo arrivati al punto nel quale dovremmo prendere decisioni drastiche». «Attendiamo ancora – ha aggiunto – sappiamo che una nuova chiusura generalizzata sarebbe una tragedia. Ma quando dovesse porsi questo problema, l’Italia sarà chiamata a decidere, e saremo chiamati tutti ad assumerci responsabilità grandi. Allora è meglio essere rigorosi oggi e rispettare rigorosamente tutte le regole». De Luca ha ribadito di aver «assunto l’impegno di garantire la sicurezza delle nostre famiglie» e ha aggiunto: «Noi prenderemo le decisioni necessarie, non quelle più comode o facili, ma le decisioni utili a tutelare la sicurezza delle nostre famiglie».

ASSOCIAZIONI DI COMMERCIO. «Non è repressione, non è fascismo, non è sadismo, è il minimo indispensabile se vogliamo non essere costretti a chiudere tutto» ha detto il governatore, commentando le misure prese per contenere il contagio da Covid-19. «Se si arriva a mille positivi al giorno – ha aggiunto De Luca – si chiude tutto. Altro che la mezz’ora in più o in meno al ristorante. Stiamo parlando di sciocchezze, cioè la possibilità di andare al ristorante fino alle 11 di sera. In queste condizioni è veramente il minimo che potessimo fare».

De Luca ha poi ricordato di aver incontrato le associazioni del commercio «che ci hanno chiesto diverse cose. Di queste, una sola credo sia ragionevole e accettabile, cioè rendere possibile l’inizio delle attività alle 5 e non alle 6. Questa cosa la accoglieremo, il resto no». Sull’orario di chiusura dei bar alle 23 e della possibilità per i ristoranti di accogliere clienti solo fino alle 23, De Luca ha sottolineato che «in Europa, ma anche nella gran parte dell’Italia, quando si va in un ristorante non alle 23, ma in qualche caso alle 21.30, ti dicono che la cucina è chiusa. Alle 22 non si cena da nessuna parte. Quindi ci sono delle cattive abitudini che vanno modificate».

CASO JUVE-NAPOLI. Sul caso Juventus-Napoli «le Asl Napoli 1 e Napoli 2 hanno fatto esattamente quello che prevede la legge», a fronte del protocollo Figc che «è un atto privato e che non conta niente dal punto di vista della legge e della sanità». Le due Asl investite della positività di due giocatori del Napoli, ha spiegato De Luca, «hanno fatto quello che prevede la legge e che prevede il Ministero della Salute, cioè mettere in isolamento domiciliare i contatti stretti per fare i tamponi e per assicurarsi, dopo i tempi di incubazione, che quelli controllati siano negativi. È intervenuta una complicazione, cioè che la Figc fa un protocollo in deroga rispetto alle disposizioni del Ministero e della Regione relative ai positivi, e qui si apre un piccolo polverone». Ma, ha sottolineato De Luca, «il protocollo è un atto privato e non conta niente dal punto di vista della legge e della sanità. I giocatori dal punto di vista della sanità sono sottoposti alle stesse regole di tutti i cittadini italiani, e dunque il Napoli non parte perché messo in quarantena dalle Asl».

CONTRO AGNELLI: HA PERSO ONORE SPORTIVO. «La Juventus, per bocca del suo presidente, ha fatto una dichiarazione penosa, imbarazzante, dicendo che siccome c’è un protocollo sarebbero andati allo stadio per fare una dura competizione con i raccattapalle».

«Il presidente della Juve – ha aggiunto De Luca – è un uomo appassionato, oltre che di palle e palloni, credo anche di filosofia. Mi permetto di ricordargli quello che diceva Schopenhauer: la gloria bisogna conquistarla, l’onore basta non perderlo. Se io mi fossi comportato così, sentirei di aver perduto il mio onore sportivo. Come ci si può ridurre alla meschinità di pretendere di vincere un incontro con gli antagonisti messi in quarantena non per volontà propria, ma da una Asl?».

De Luca ha dedicato un passaggio della sua diretta Facebook anche al commissario tecnico dell’Italia, Roberto Mancini: «Perfino il ct della Nazionale si è lasciato andare a un’esternazione che si poteva risparmiare. Con molta simpatia, ma ognuno deve fare il suo mestiere».

Fonte ilroma.net