Fausto Coppi, dettagli inediti e mito a 60 anni dalla morte

Tornano in libreria due volumi di Ediciclo Editore

Nelle foto: la bicicletta originale di Fausto Coppi da oggi in mostra a Trieste, nellambito delle iniziative per il Giro dItalia
Fonte: Ufficio stampa Enel Nordest

 

(ANSA) – ROMA, 01 GEN – Mito intramontabile del ciclismo di altri tempi, Fausto Coppi moriva sessant’anni fa, il 2 gennaio del 1960, ucciso a soli 40 anni da una malaria contratta durante un viaggio in Africa a non diagnosticata. Per l’occasione, Ediciclo Editore rilancia in in libreria ‘COPPI, L’ULTIMO MISTERO – LE VERITA’ MAI RACCONTATE SUL TRAMONTO DEL CAMPIONISSIMO’ di Paolo Viberti e Adriano Laiolo (pp. 208, 15,00 euro) e ‘ALFABETO FAUSTO COPPI – 99 STORIE E UNA CANZONE’ di Gino Cervi e Giovanni Battistuzzi, con i disegni di Riccardo Guasco e la prefazione di Adriano Sofri (pp. 320, 28,00 euro).
Le ricerche di Viberti e la testimonianza visiva di Laiolo restituiscono nel primo volume una realtà diversa da quella conosciuta, con particolari assolutamente inediti. Coppi si rifiutò di prendere il chinino quando era in Africa, pur sapendo di rischiare il contagio? Si sarebbe salvato, se Giulia Occhini (la celebre ‘Dama Bianca’) fosse andata con lui? Laiolo racconta come contrasse la malaria in Alto Volta e spiega come lui e Raphael Geminiani riuscirono a salvarsi. E in un’intervista rilasciata pochi giorni prima di morire, Coppi afferma che nel 1960 avrebbe voluto correre ancora il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix e il Giro d’Italia, prima di diventare produttore di mountain bike con 40 anni d’anticipo sul resto del mondo.
Figlio di contadini, nato a Castellania, tra colline e vitigni dell’Alessandrino, Coppi preferì chinarsi sul manubrio anziché sulla terra. E da lì conquistò il mondo, vincendo cinque Giri d’Italia, due Tour de France, tre Milano-Sanremo, una Parigi Roubaix. E ancora tre Mondiali, due su pista e uno su strada, quattro titoli italiani, cinque Giri di Lombardia.
Figura spezzata, contraddittoria: garzone e airone, splendido e goffo, invincibile e fragile, mortale a quarant’anni, immortale a cento: di Coppi, della sua vita, delle sue imprese, della sua morte forse si è già scritto tutto. Nel libro ‘Alfabeto Fausto Coppi’ Cervi e Battistuzzi provano a ricomporre per frammenti lo specchio della sua storia e a riordinarli come in un sillabario, in ordine alfabetico, per piccole illuminazioni laterali: un oggetto, un sentimento, un dettaglio trascurabile al primo sguardo. Dalla A alla Z, cento microstorie, cento piccoli quadri rileggono Fausto Coppi come un’opera cubista, con le 21 lettere dell’alfabeto, racconti tra i racconti, illustrate dal segno inconfondibile di Riccardo Guasco. (ANSA).

 

Fonte ansa.it