Il ragù napoletano sarà festeggiato ogni terza domenica di novembre

La proposta è molto bizzarra ma probabilmente sarà accolta con entusiasmo e fascino

Foto tratta da wineandfoodtour.it

Redazione – Il ragù napoletano sarà celebrato ogni terza domenica di novembre.

Cominciare a cuocere la salsa con i pezzi di carne già dalla mattina presto, la terza domenica di novembre, e poi sedersi a tavola all’ora di pranzo con i parenti o con gli amici per gustare il ragù di Napoli.

È la proposta di una legge della Regione Campania che prevede l’ “Istituzione della Giornata del Ragù Napoletano” (rigorosamente in maiuscolo), che è stata depositata dal consigliere e capogruppo di Italia Viva, Tommaso Pellegrino, che verrà discussa in aula ed illustrata il 16 novembre.

Questo per lanciare una giornata celebrativa del ragù napoletano, per conservarne e tramandarne la tradizione, infatti molti artisti lo hanno esaltato, da Eduardo De Filippo (in una poesia) a Lina Wertmuller, a Luciano De Crescenzo, fino a chi lo celebra oggi, come Casa Surace, i comici che spopolano sui social.

Il ragù napoletano è il condimento più conosciuto della cucina napoletana nonostante che sia poco diffuso nell’uso quotidiano, ciò dovuto all’elevata complessità di preparazione a causa anche dei tempi di preparazione molto lunghi.

Per questi ed altri motivi, il ragù napoletano risulta essere un piatto tipicamente festivo consistente nell’unione di carne di manzo, cotta in una salsa di pomodoro San Marzano, a fuoco molto lento.

Secondo la leggenda, nella città partenopea alla fine del Trecento esisteva la Compagnia dei Bianchi di giustizia che percorreva le strade cittadine a piedi invocando “misericordia e pace”. La compagnia giunse presso il “Palazzo dell’Imperatore” ancora esistente in via Tribunali, che fu dimora di Carlo, imperatore di Costantinopoli e di Maria di Valois figlia di re Carlo d’Angiò. All’epoca il palazzo era abitato da un signore nemico di tutti, tanto scortese quanto crudele, e che tutti cercavano di evitare. La predicazione della compagnia convinse la popolazione a rappacificarsi con i propri nemici, ma solo il nobile che risiedeva nel “Palazzo dell’Imperatore” decise di non accettare l’invito dei Bianchi nutrendo da sempre antichi e tenaci rancori. Non cedette neanche quando il figliolo di tre mesi, in braccio alla balia sfilò le manine dalle fasce e incrociandole gridò tre volte: “Misericordia e pace”. Il nobile era accecato dall’ira, serbava rancore e vendetta, ed un giorno la sua donna, per intenerirlo gli preparò un piatto di maccheroni. La provvidenza riempì il piatto di una salsa piena di sangue. Finalmente, commosso dal prodigio, l’ostinato signore si rappacificò con i suoi nemici e vestì il bianco saio della Compagnia. Sua moglie in seguito all’inaspettata decisione, preparò di nuovo i maccheroni, che anche quella volta, come per magia, divennero rossi. Ma quel misterioso intingolo aveva uno strano e invitante profumo, molto buono, e il signore nell’assaggiarlo trovò che era veramente buono e saporito. Lo chiamò così “raù” lo stesso nome del suo bambino.

In realtà il termine ragù deriva dal francese ragoût, che indica un tipo di cottura di carne e verdure, simile allo spezzatino. Bisogna inoltre ricordare che il pomodoro non arrivò in Europa prima della fine del XVI secolo.

GiSpa